L’affaire Bankitalia con la “deplorevole”, parola di Giorgio Napolitano, mozione contro il governatore Ignazio Visco si arricchisce di un nuovo retroscena. Le manovre per non sfiduciare clamorosamente il numero uno di Palazzo Koch, secondo la Repubblica, si sono consumate in una chat convulsa via WhatsApp tra la ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro e alcune decine di deputati democratici. Conversazioni di cui parla, in una intervista al Corriere della Sera, Marco Miccoli, deputato del Pd, che due giorni fa aveva fatto mea culpa dicendo aver votato una “schifezza”. “Ero a una manifestazione dei lavoratori Agile ex Eutelia e non ho potuto leggere. È prassi che in questi casi si segua l’indicazione del partito. Sa quante volte abbiamo votato in questa legislatura? 24.102 volte“. Lei è vicino a Orlando, non vi siete consultati?, chiede l’intervistatore: “C’è una chat, ma l’ho vista dopo”, spiega lui.

La chat appunto. Avviene tutto nei minuti che precedono il voto, sono passate da poco le 17 di martedì, quando il governo di Paolo Gentiloni sta per essere affossato da Matteo Renzi, segretario dem. Il Nazareno accetta controvoglia le modifiche al testo, ma a un certo punto si impunta. Gli orlandiani come Miccoli sono molto più che perplessi rispetto alla mossa anti Visco. Stando alla ricostruzione di Repubblica Marco Meloni avrebbe scritto: “Io così questa mozione non la voto”. C’è chi addirittura sbotta: “Ma che cos’è sta c…?”. Mentre i messaggi vengono scambiati la tensione sale alle stelle. La Finocchiaro fa sapere che il testo, che fino a tre ore Gentiloni non conosceva come riporta il Fatto Quotidiano, “è stato modificato. È stata una vera impresa”.

Tre ore prima infatti c’è stato un incontro durante il quale viene annunciata la volontà di presentare una mozione dem sul numero uno di via Nazionale. È a questo punto che il presidente del Consiglio viene finalmente a sapere quale tempesta si sta per scatenare su Visco. Gentiloni chiama la Finocchiaro e le dice che non ha il testo. A questa punto chiama il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta e anche lui dice di non aver niente.

Mentre la chat diventa infuocata con la prodiana Sandra Zampa che accusa Ettore Rosato di eccesso di “renzismo” perché alla riunione aveva presentato il testo della mozione, la ministra Finocchiaro media e alle 17.10 mette agli atti che “è stata accettata anche un’ulteriore riformulazione proposta dal governo e che non era stata accettata da Rosato. Fidatevi”. La mitigazione del teso contro Visco arriva in due tempi. Ma i parlamentari non renziani sono scontenti anche delle modifiche. Finocchiaro rintuzza le critiche: “Proponi un’alternativa. Io avevo una mozione inaccettabile e l’ho resa accettabile per conto del governo col conforto di Gentiloni e Padoan” replica all’economista Carlo Dell’Aringa secondo cui le correzioni sono insufficienti. Quasi a conferma delle dichiarazioni di Renzi: “Il governo non era semplicemente informato: era d’accordo“.

I parlamentari si lamentano e lei fa capire quanto sia stati a un passo dal baratro per l’esecutivo: “Il governo non può limitarsi a non votare ed era preferibile non farsi sconfiggere in aula dal gruppo Pd con la sua mozione”. Insomma il partito di Renzi sarebbe stato sul punto di affossare il governo Gentiloni come nel più classico dei casi di fuoco amico.

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