Magro. Piccolo. Brutto. Grasso. Strano. Ogni anno il 30% degli studenti di tutto il mondo è vittima di episodi di bullismo, la prima causa di violenza sui giovani in America (fonte: nobully.org). Con la campagna di sensibilizzazione “Bullying JuniorBurger King ribadisce ancora una volta la propria filosofia del “a modo tuo”, perché ognuno di noi è libero di indossare una corona e sentirsi un re, se lo desidera.

Il bullismo che umilia e annichilisce, è l’esatto opposto di tutto questo. Ecco perché il Re dei Panini non ci sta, e si schiera fermamente dalla parte delle vittime di bullismo durante il mese della sensibilizzazione.

La campagna “Bullying Junior” consiste sostanzialmente in un esperimento fatto in un ristorante della catena, dove prima si assiste alla scena di un giovane liceale vessato e molestato da dei coetanei (tutti attori) e subito dopo al confronto simbolico con un panino chiamato Whopper Jr che viene anch’esso “bullizzato” – preso a pugni, frantumato, distrutto, e poi servito ai clienti del ristorante da un membro della crew (anche lui attore).

Il dato che più lascia senza parole è che ben il 95% dei clienti reali presenti all’interno del ristorante abbia protestato animatamente per il panino distrutto, mentre solo il 12% dei presenti sia intervenuto in difesa del ragazzo.

Un risultato impressionante, ma che allo stesso tempo non stupisce poi così tanto se si pensa al numero delle vittime che ogni anno sono colpite da questo fenomeno.

“Sappiamo che il bullismo è una delle violenze più subdole e in grado di assumere diverse forme, fisiche, verbali, relazionali e di colpire anche online. Il primo passo per mettere la parola fine a questo fenomeno è quello di prendere una posizione decisa e ben definita,” ha dichiarato Nicholas Carlisle, Ceo e fondatore di No Bully. “La nostra partnership con Burger King è un esempio di come i brand possano essere portatori di un messaggio positivo su argomenti così importanti. Fermare questi episodi è difficile, ma da qualche parte bisogna iniziare. Burger King ha deciso di iniziare dall’interno, dal luogo in cui ognuno si può sentire a proprio agio restando se stesso, i loro ristoranti.”

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