Una nuova forma di giustizia chiamata “pop justice“. Un termine che è stato coniato da Luca D’Auria, avvocato e docente di Diritto. “Tutti i processi per crimini di sangue oggi sono dei processi pop nel senso che non sono processi ma vicende pop”, spiega D’Auria, che venerdì 7 aprile presso la sede del Sole 24 ore di Milano ha presentato il suo ultimo libro intitolato ‘L’ontologia del crimine e della giustizia criminale oggi’. “Agatha Christie non scrive più i suoi libri – continua – e le storie nascono da queste vicende reali e poi prendono delle vite loro”. Nell’era del “Pop Justice” bene e male, e quindi crimine e giustizia, “sono diventati delle merci da vendere”. “In questo senso – conclude D’Auria – è perfettamente applicabile la teoria marxiana del feticismo delle merci. Bene e male si confondono in nome della vendita del prodotto. La verità processuale non interessa più e non serve più”
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