Dietro la chiusura di otto punti vendita Trony nella Capitale, con più di cento persone rimaste senza lavoro, c’è una bancarotta fraudolenta. E’ la convinzione dei pm di Roma, che hanno chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti degli ex amministratori del Gruppo Edom, titolare dei negozi di elettronica della catena basati a Roma. La Guardia di Finanza, il cui Nucleo speciale di polizia valutaria ha eseguito le ordinanze martedì mattina, ha specificato in una nota che “due ordinanze di custodia cautelare in carcere sono a carico dell’imprenditore romano F.A., di 51 anni, e del commercialista e faccendiere D.F., di 50 anni, mentre un’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari è nei confronti della diretta collaboratrice di quest’ultimo di 46 anni”.
I tre, insieme a un altro commercialista romano, sono indagati appunto per bancarotta fraudolenta aggravata “per aver distratto ingenti somme di denaro dal patrimonio della Gruppo Edom S.p.a., società titolare dei negozi a marchio ‘Trony’ di Roma, causandone il fallimento“. Il dissesto infatti, secondo gli investigatori, “trae la sua origine dal debito di oltre 100 milioni di euro maturato nei confronti dell’Erario e prodottosi a seguito della ingente evasione fiscale contestata alla società”.
Dalle indagini delle Fiamme Gialle è emerso il “progetto criminoso attuato dai tre indagati i quali, anche dopo essersi spogliati di qualsiasi carica societaria, hanno continuato a programmare e attuare tutte le strategie economico-finanziarie della società, in completa autonomia rispetto agli amministratori formalmente nominati”.
Gli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria, su delega del pm, “anche attraverso accertamenti bancari e attività rogatoriale con la Repubblica di San Marino” hanno ricostruito “le condotte distrattive effettuate ai danni del patrimonio societario” realizzate attraverso “sistematici, ripetuti ed ingenti prelievi di denaro contante dai conti societari, circa 7 milioni di euro in 4 anni”, ma anche “attraverso artifici contabili“. Secondo i finanzieri, nel complesso “sono stati distratti dal patrimonio del Gruppo Edom circa 9,5 milioni di euro”. Effettuate anche perquisizioni presso il domicilio dei soggetti colpiti dai provvedimenti restrittivi.
Per tali reati tributari F.A., sempre su ordine della Procura di Roma, era già stato arrestato nel dicembre 2013 dai finanzieri del Nucleo speciale di Polizia valutaria e condannato in primo grado a tre anni e dieci mesi di reclusione. In seguito allo stato di insolvenza generato dall’esposizione debitoria la società, che inizialmente era stata ammessa dal Tribunale di Roma alla procedura di concordato preventivo, nel febbraio scorso è stata dichiarata fallita.
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