Dovrebbe essere fissato entro Natale l’interrogatorio dell’assessore all’Ambiente del Comune di Roma, Paola Muraro. Il suo nome compare nel registro degli indagati nell’inchiesta relativa ad illeciti nello smaltimento dei rifiuti. Ed è proprio l’intenzione di sentire l’ex consulente della Ama che ha spinto i pm a chiedere una proroga delle indagini di questo filone per altri sei mesi. In particolare alla Muraro i pm di piazzale Clodio contestano reati ambientali commessi quando ricopriva il ruolo di consulente esterno dell’azienda municipalizzata. In questo filone l’assessore è indagata per la violazione del comma 4 dell’articolo 256 del Codice dell’Ambiente in tema di “gestione di rifiuti non autorizzata”. Si tratta di un tipo di reato che potrebbe essere sanato attraverso il pagamento di una multa.
L’indagine sui reati ambientali, avviata nell’aprile scorso, viaggia parallela con l’altro filone, aperto dopo l’estate, in cui l’ex consulente di Ama è indagata per abuso d’ufficio. Muraro è stata consulente esterna della municipalizzata dei rifiuti del Comune di Roma per 12 anni: era referente Ippc, un protocollo internazionale sulla qualità dei rifiuti. Il suo lavoro riguardava, in sostanza, il controllo sulla qualità del rifiuto in entrata e in uscita negli impianti di Trattamento meccanico-biologico (Tmb) di Rocca Cencia e Salario e che doveva essere conforme all’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale).
“Smentisco categoricamente di aver ricevuto qualsiasi tipo di notifica per una richiesta di proroga delle indagini sulla mia assistita Paola Muraro. Non ho, inoltre, ricevuto avvisi di alcun genere. Quanto riportato oggi da un organo di informazione rappresenta soltanto fango mediatico” dice all’Adnkronos l’avvocato Alessio Palladino.