Il quorum non è stato raggiunto, ma hanno votato più di 87mila iscritti. Beppe Grillo sul blog ha annunciato i risultati della consultazione online su Non statuto e Regolamento. Secondo quanto previsto dal Codice civile sarebbe stato necessario che votasse il 75 per cento dei militanti registrati al Movimento, mentre si è espresso solo il 70 per cento: hanno infatti partecipato alla votazione 87.213 iscritti su 135.023 totali. “Oltre il 90% ha votato a favore”, si legge sul sito. Un dato che, come specificato in un post scriptum aggiunto in un secondo momento, consente secondo Grillo di ritenere il nuovo regolamento “già entrato in vigore”. La maggioranza dei votanti ha deciso peraltro di approvare anche la versione del testo che prevede le espulsioni. Per la seconda volta (la prima e unica era stata con le Quirinarie del 2013) “i risultati delle votazioni, la regolarità del processo di voto e della base elettorale” sono stati verificati anche da una società terza: DNV GL Business Assurance “in qualità di organismo terzo”.

Il quorum per l’aggiornamento dello statuto di associazioni non riconosciute è stabilito dal Codice civile e il timore è che gli espulsi possano fare ricorso contro il Movimento. Tuttavia, la convinzione dello staff di Grillo di poter considerare valida l’approvazione del nuovo regolamento è apparsa subito chiara. “Faremo in modo che questa chiara volontà”, si legge nel post pubblicato poco dopo mezzogiorno, “venga rispettata in ossequio alle leggi attuali: i nostri avvocati sono già al lavoro per questo. Processi, burocrazie, codici e codicilli non possono fermarci perché siamo uniti e compatti verso lo stesso obbiettivo”. Il post scriptum, aggiunto qualche ora dopo, è ancor più esplicito: “Il regolamento per essere aggiornato richiedeva la partecipazione di un terzo degli iscritti come era scritto nel regolamento stesso all’articolo 2f. Questo quorum è stato doppiato. Il nuovo regolamento – scrive Grillo – è già entrato quindi in vigore oggi”. Nel testo del post Grillo aveva spiegato peraltro la linea adottata dal Movimento per fare “giurisprudenza politica“. “Il M5s trova difficoltà a essere riconosciuto dalle leggi attuali perché la sua struttura e organizzazione è molto più innovativa e avanzata di quelle regolamentate dai codici. Proprio per questo il nostro caso è destinato a fare giurisprudenza”. E poi continua: “Il nostro obiettivo è tutelare il M5s, tutelare i suoi principi, tutelare gli iscritti e garantire loro il rispetto delle regole dell’appartenenza alla comunità, dell’indirizzo politico del Movimento e di candidatura alle cariche elettive”.

Secondo Grillo si tratta del “record mondiale di partecipanti a una votazione online per una forza politica o un’associazione”: “Mai così tante persone si sono potute esprimere direttamente sul futuro della comunità di cui fanno parte”. Segue l’esito delle votazioni: “Il numero degli iscritti al Movimento 5 stelle alla data del 1.1.2016 abilitati a partecipare al voto è pari a 135.023; hanno partecipato 87.213 iscritti al Movimento 5 stelle entro il 1.1.2016 abilitati al voto; sul primo quesito “Sei d’accordo nel modificare il non Statuto con il nuovo testo aggiornato proposto”, risultano espressi 86.228 voti totali, suddivisi in 79.007 SI e 7.221 NO; sul secondo quesito “Sei d’accordo nel modificare il Regolamento con una delle due versioni aggiornate proposte”, risultano espressi 82.659 voti totali, suddivisi in 75.947 SI e 6.712 NO; sul terzo quesito “Nel caso che si proceda alla modifica del Regolamento, quale delle due opzioni preferiresti”, risultano espressi 82.606 voti totali suddivisi in 61.071 preferenze per l’opzione “Preferisco la versione con le espulsioni” e 21.535 preferenze per l’opzione “Preferisco la versione senza espulsioni””.

Se i vertici M5s dicono di essere tranquilli, diversa è la versione dell’avvocato Lorenzo Borré che ha guidato la battaglia degli espulsi in tribunale nei mesi scorsi. “Non basta dichiarare”, ha detto all’agenzia Adnkronos, “che processi, codici e codicilli non possono fermare il Movimento per impedire un riscontro giudiziario della validità della votazione, nessuno è al di sopra della legge. Sono finiti i tempi del principe ex legibus absolutus”, cioè sciolto dalla legge. Secondo Borré Grillo disegna “una democrazia Avatar”: “La questione del quorum è meramente residuale: le criticità o meglio i vizi della votazione, e nello specifico dei quesiti rivolti ai votanti, emergono dal riepilogo fatti dalla società di verifica. Che confermano che il voto ha riguardato contemporaneamente la scelta di due diverse versioni del regolamento e l’inserimento della più votata nel testo del non statuto con conseguente indeterminabilità dell’oggetto della modifica al momento del voto. E questa è solo la punta dell’iceberg”, avverte il legale che, con la sua battaglia, ha indotto il Movimento a dotarsi di nuove regole. “Altre questioni riguardano i criteri di limitazione del diritto al voto ai soli iscritti dopo il 1 gennaio 2016, nonché la compressione di alcuni diritti in capo ai soggetti passibili di sanzioni disciplinari previste dalla nuove regole. Rimane poi ancora da capire come sia stato possibile verificare che tutti i 135mila iscritti abbiano ricevuto l’invito al voto. A monte di tutto, oltre al quorum è mancato l’elemento centrale della democrazia assembleare e cioè la discussione. Rendendo il tutto, una democrazia a dimensione di Avatar che non prevede la partecipazione diretta dei cittadini alla formazione dei processi decisionali”.

Articolo Precedente

Milano, Sala spende più di Pisapia per lo staff: 55 assunzioni al costo di 2,8 milioni

next
Articolo Successivo

Frigogate, non poteva mancare la stilettata di De Luca: “La Raggi è un sindaco a sua insaputa”

next