Assita è nata a Palermo ma ha dovuto aspettare diciotto anni prima di avere la cittadinanza italiana. Mohamed è di Treviso, ma dopo 23 anni ancora deve chiedere il permesso di soggiorno per stare nel nostro Paese. Marwa ha frequentato le scuole in provincia di Reggio Emilia, ma fino a pochi mesi fa era una “diversa”. Sono questi i protagonisti della mobilitazione in programma per il 13 ottobre per chiedere che venga approvata la legge sulla cittadinanza che giace al Senato dopo il via libera della Camera esattamente un anno fa. “E’ ora di agire”, dicono nell’appello. “Abbiamo deciso di riunirci, ognuno con un lenzuolo bianco che testimonia come ci sentiamo ‘cittadini invisibili‘ in uno Stato che non ci riconosce”. Per la campagna hanno scelto inoltre di scrivere una serie di cartoline che vengono dalla loro infanzia italiana con foto di classe, gite e colonie estive.

Il provvedimento è bloccato a Palazzo Madama da oltre un anno. La Lega Nord oggi ha rivendicato di essere tra i principali fautori dell’ostruzionismo che ferma l’approvazione del testo: “Fa bene la relatrice del ddl Lo Moro”, ha attaccato il senatore del Carroccio Roberto Calderoli, “ad accusare la Lega di aver impantanato al Senato, in commissione, questo pessimo provvedimento che svenderebbe un istituto fondamentale, quale quello della cittadinanza, regalandola, attraverso lo ius soli temperato e lo ius culturae, ai figli degli immigrati”. Secondo il leghista il Pd vuole la legge solo per “meri interessi elettorali di bottega, per coltivarsi un nuovo elettorato, quello degli immigrati, non potendo più contare su quello tradizionale dei lavoratori e dei pensionati che da tempo non si sentono più rappresentanti dal Pd”.

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