Mobilità nel caos. A puntare il dito contro il contratto firmato dal Miur è il tribunale amministrativo del Lazio che nei giorni scorsi ha accolto la richiesta di sospensiva dell’ordinanza ministeriale numero 241 che, a detta dei giudici, ha penalizzato i docenti stabilendo una successione delle fasi della mobilità, ritenuta illogica e destituita di fondamento. Secondo il Tar vi sarebbe una disparità di trattamento dei docenti che potrebbe essere considerata illegittima perché dividerebbe gli insegnanti in categorie diverse, a seconda dell’anno di assunzione e dalla graduatoria di provenienza. Una guerra che riguarda tutti i docenti assunti nella cosiddetta fase C e quelli della fase B che si definiscono “esiliati” perché non potranno fare ritorno a casa. Si tratta di una questione decisamente tecnica che per i non addetti ai lavori può essere tradotta così: i professori assunti entro l’anno scolastico 2014/2015 hanno avuto la priorità sulla mobilità così come hanno avuto una via privilegiata i docenti delle Gae assunti grazie al piano straordinario su posti di potenziamento.

“Siamo più di ottomila persone – spiega Maria, che preferisce non rilasciare il cognome per timore di ritorsioni da parte degli uffici dopo un acceso scontro con Renzi a Matera – che non potranno godere della mobilità. Grazie ad un algoritmo noi che occupavamo le prime posizioni delle rispettive graduatorie provinciali, siamo finiti da Roma a Pordenone, senza salvaguardare la professionalità docente espressa dal punteggio maggiore in graduatoria né il principio di territorialità! Siamo “ingabbiati” dal Tevere al Tagliamento, lontani dalle nostre famiglie e dalla nostra terra nella quale abbiamo sempre lavorato. Le cattedre che ricoprivamo in provincia per noi sono “sparite”, poi sono ricomparse, a distanza di due mesi, in una fase successiva alla nostra assunzione e assegnate a chi ha poca esperienza o non ne ha affatto. In sostanza, l’avere un punteggio elevato, pluri-abilitazioni e specializzazioni ci ha penalizzati e un clic ha cancellato la nostra vita professionale e familiare”.

Ora questi docenti, pur facendo domanda di mobilità non potranno far ritorno a casa: “Il Governo ha assunto – spiega la referente degli esiliati della fase B – tutti i docenti di lettere e lingue delle superiori che avevano anche il titolo di sostegno, nelle scuole secondarie di primo grado. Così quelli di scienze che erano alle superiori sono finiti alle medie sulla loro materia. Ora non potremo tornare a casa perché la mobilità ha dato priorità ai colleghi assunti nel 2014. Non solo. Al Sud non sono stati potenziati i posti di sostegno alle medie ma solo alle superiori”.

I professori si sono sentiti beffati dalla Legge 107 e dalle tanto acclamate assunzioni: chi era alle superiori una volta imprigionato alle medie dovrà restare perché la mobilità prevede il trasferimento solo per lo stesso ordine di scuola così chi è stato assunto sul sostegno sarà vincolato per cinque anni. Una penalizzazione che non guarda in faccia a nessuno. Come Teresa: “Sono invalida al 50% , sono sotto terapia per una patologia cronica che mi procura dolore in tutto il corpo. Sono stata assunta in fase B da Gae e spedita a Milano, dove per le condizioni di clima sfavorevoli e per lo stress dovuto all’improvviso cambiamento della mia vita, strappata dagli affetti che ho ancora, mi sono aggravata. Non riesco – spiega Teresa – a prendermi cura di me, se lavoro non riesco a prepararmi da mangiare. I costi per esami e cure sono elevati. A Napoli ho la casa di proprietà ma sono stata costretta a pagarmi un affitto molto caro con uno stipendio da fame. Non voglio chiedere l’elemosina. Il lavoro è un diritto che mi spetta così come la possibilità di vivere dignitosamente”. E così Domenico 45 anni, docente di italiano e latino, trasferito da Catania a Pordenone sul sostegno delle scuole medie dovrà restare al Nord nonostante una bimba di 9 mesi e una famiglia monoreddito. Stessa sorte per Alessandra, 48 anni, insegnante di scuola dell’infanzia trasferita da Macerata a Mantova su posto di sostegno: “Valigia a tempo indeterminato, come lo spiego a mia figlia?”. Il prossimo 20 ottobre è fissata la nuova udienza.

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