Martedì la protesta in piazza a Montecitorio. Poi a settembre lo sciopero generale. Tra le 10 e le 14 gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, con i colleghi della Polizia di Stato e quelli della Polizia Penitenziaria, manifesteranno davanti al Parlamento per chiedere al governo di rivedere la riforma delle forze di polizia e “di riflettere sulle infelici scelte sinora fatte”. In particolare sull’accorpamento del Corpo Forestale nell’Arma dei Carabinieri.

“Questo provvedimento non è stato messo a punto da uffici politici – spiega Maurizio Cattoi, segretario del Sindacato nazionale dirigenti e direttivi del Corpo Forestale Dirforche aveva già denunciato il rischio di una valanga di ricorsi in caso di accorpamento – ma è stato completamente delegato all’ufficio legislativo dell’Arma dei Carabinieri. Negli atti preparatori si dice che, essendo considerata una riorganizzazione interna, questa operazione non ha avuto bisogno di una verifica esterna con gli stakeholder, con i vari attori coinvolti. E il governo ha consentito questo”. “L’audizione informale svolta il 30 giugno alla Camera davanti alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Difesa e quella della settimana prima in Senato – continua Cattoi – sono stati gli unici due momenti di confronto con i sindacati da due anni a questa parte, ovvero dall’inizio del progetto”.

“I forestali transitati nell’Arma non non saranno più specialisti in esclusiva dell’ambiente – continua Cattoi – perché la legge prevede che svolgeranno questa funzione ‘in modo prevalente‘ ovvero a seconda delle esigenze prioritarie dell’amministrazione, che sono quelle della difesa. Abbiamo fatto presente questa cosa in audizione ed Ernesto Carbone, relatore del progetto alla Camera, ci ha risposto che il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette ha promesso che i forestali continueranno a fare il loro mestiere. Ma Del Sette non è le legge”.

“Il 5 luglio – continua Cattoi – giorno in cui noi faremo la manifestazione, Legambiente presenta il Rapporto Ecomafie. Ci saranno Pietro Grasso (presidente del Senato, ndr), i ministri Orlando, Galletti, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, Del Sette, Luigi Di Maio, Rosy Bindi e diversi altri, ma del Corpo Forestale non c’è traccia. Non ci hanno invitati nonostante siamo stati sempre il corpo di polizia che ha più lavorato nell’ambiente. Per loro siamo già scomparsi”.

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