Zero proposte di legge come primo firmatario per un quinto dei parlamentari: 178 tra Camera e Senato su un totale di 945 eletti. In 1.160 giorni, cioè tanti quanti ne sono trascorsi dall’inizio della legislatura al 20 maggio di quest’anno, 112 deputati e 66 senatori non ci hanno mai ‘messo la faccia’ per primi. Pronti magari a sottoscrivere decine, se non centinaia, di proposte depositate dai colleghi. Ma il loro nome non figura mai per primo, è solo uno dei tanti a sostegno del provvedimento.

E non si tratta di fare del facile qualunquismo; si sa che il lavoro parlamentare non si limita solo a questo ma si arricchisce anche del lavoro in commissione, degli atti di sindacato ispettivo, delle interrogazioni, interpellanze, mozioni, ordini del giorno, funzioni di relatore, presenza nei Comitati, nelle Giunte, nei Collegi. Ma se si parla di un ‘protagonismo’ in positivo, di una partecipazione in prima persona alla fase propositiva, i numeri che si ricavano dai siti di Montecitorio e Palazzo Madama sono quelli di cui sopra. Dati che registrano numeri e nomi.

Così emerge che, cominciando da Palazzo Madama, tra i meno propositivi spicca Niccolò Ghedini, uno dei legali del Cavaliere di Arcore: zero proposte e la firma in due soli ddl di altri. (Appena) Un gradino sopra il leader di Ala, Denis Verdini, con una firma in più. Poi Antonio Azzollini (Ap), indagato in una maxi truffa da 150 milioni di euro legata all’opera di costruzione del porto di Molfetta, e Domenico Auricchio (Ala), imprenditore campano, parlamentare ‘solo’ da due anni, da quando, nel 2014, è subentrato ad Alessandra Mussolini. Per entrambi quota zero e la firma in appena 4 ddl. Un po’ meglio due dei protagonisti dell’era d’oro berlusconiana, Paolo Bonaiuti e Sandro Bondi, con 7 proposte all’attivo da cofirmatari. Un gradino più su l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, a quota 8.

Poi ci sono quelli che, pur non avendo presentato alcun ddl si sono in parte ‘riscattati’ sostenendone un numero consistente. Come il senatore del gruppo Misto Mario Mastrangelo, che ha messo la sua firma in calce a ben 103 ddl di altri colleghi. Piero Luzzi, dei Conservatori-Riformisti, ne ha firmati 88; Franco Conte (Ap) 86; Patrizia Manassero (Pd) 70.

I senatori che invece hanno presentato un solo disegno di legge da primo firmatario sono 39, un ottavo del totale. In 34, invece, circa un decimo del totale, i senatori che hanno all’attivo 2 ddl. Infine, gli stakanovisti del disegno di legge: sul gradino più alto il presidente del Copasir, il leghista Giacomo Stucchi con ben 92 ddl da primo firmatario. Seguono Antonio De Poli (Ap), con 83 proposte, Enrico Buemi, vice presidente del gruppo delle Autonomie, con 71 ddl.

A Montecitorio i parlamentari con zero proposte di legge all’attivo da primo firmatario sono 112. Tra loro la dem Cinzia Fontana che comunque può vantare un record invidiabile: il 99% di presenze in aula per le votazioni, con una sola assenza dall’inizio della legislatura. Inoltre, la parlamentare Pd ha sottoscritto 83 proposte di legge.

Meglio di lei, nel gruppone della quota zero, hanno fatto il deputato Pd Tommaso Ginoble, con 108 pdl da cofirmatario, i colleghi di gruppo Massimiliano Manfredi, con 123 firme, Irene Manzi con 133 firme, Giulia Narduolo con 138 firme, il leghista Stefano Borghesi con150, e Mario Marcolin del gruppo Misto con 151 firme.

Nella parte bassa della classifica un altro esponente Pd, Giacomo Portas, con sole 3 proposte all’attivo da cofirmatario, una interrogazione, un ordine del giorno e un emendamento da primo firmatario. Maluccio anche l’ex ministro berlusconiano Gianfranco Rotondi, a quota zero anche per quel che riguarda interrogazioni, interpellanze e mozioni. Solo 8 pdl da cofirmatario.

Bottino scarno anche per Piero Longo, uno dei legali di Silvio Berlusconi. Per il deputato Fi appena 2 odg e due emendamenti da primo firmatario, oltre a 9 proposte da cofirmatario. Poco all’attivo anche per un altro esponente azzurro, Marco Martinelli: nessuna interpellanza, interrogazione o mozione. Solo 6 emendamenti da primo firmatario e 3 proposte da cofirmatario.

I deputati che hanno all’attivo una sola proposta da primo firmatario sono 81 su 630. Fra loro Daniela Santanchè, il vice presidente della Camera Luigi Di Maio, il ‘re’ delle cliniche Antonio Angelucci, che ha sottoscritto da cofirmatario una sola proposta, come Gioacchino Alfano di Ap, il candidato a sindaco di Roma Stefano Fassina, il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini, il presidente dem Matteo Orfini, Alessandro Di Battista del M5S.

I deputati primi firmatari di due proposte di legge sono 73. Alcuni di loro, però, sono molto attivi sul piano della partecipazione ad iniziative altrui. Come il dem Mario Marchi, cofirmatario in 210 proposte, e il collega di partito Salvatore Capone, che di proposte ne ha sostenute 202.

Anche a Montecitorio ci sono gli ‘iperproduttivi’: in testa, anche qui, è un leghista, Davide Caparini, con 88 proposte da primo firmatario. Alle sue spalle, Gaetano Nastri (FdI), con 73 pdl, Michela Vittoria Brambilla (Fi-Pdl) con 61, ed Edmondo Cirielli (FdI) a quota 46.

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