“Sapevo che sarei stato nominato procuratore di Catanzaro già da febbraio. A un certo punto ero diventato troppo ingombrante mediaticamente e qualcosa mi dovevano dare. E mi hanno dato la Procura Catanzaro“. Il magistrato Nicola Gratteri nel giorno del suo insediamento si lascia andare a questa considerazione che fa tornare alla mente il momento in cui il magistrato reggino ha ‘rischiato’ di diventare ministro della Giustizia. Un incarico che all’ultimo momento, dopo essersi confrontato con l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il premier Matteo Renzi non ha poi dato a Gratteri, ma ad Andrea Orlando (Pd). A margine della cerimonia, Gratteri interviene anche in merito alla polemica sull’opportunità dei magistrati di esprimere la propria opinione in vista del referendum costituzionale: “Dobbiamo cercare non solo di essere, ma anche di apparire indipendenti e distanti. Non penso che un magistrato debba fare politica attiva”

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Giovanni Serpelloni, il gip: “Era un potere assoluto”. Il “sistema” dell’ex braccio destro di Giovanardi a Palazzo Chigi

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