“Sussiste una situazione di conflitto di interesse in capo al sovrintendente della Fondazione Arena”, Francesco Girondini. A fare un po’ di luce sulle condizioni dell’ente lirico veronese, commissariato lo scorso 15 aprile dal ministro Dario Franceschini per la voragine nel bilancio di circa 32 milioni di euro, arriva una delibera del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. Rispondendo a un esposto presentato nel dicembre scorso dal consigliere comunale del M5s, Gianni Benciolini, Cantone censura la posizione dell’(ormai ex) sovrintendente dell’ente lirico-sinfonico, perito agrario amico del sindaco Flavio Tosi, che fino all’arrivo del commissario Carlo Fuortes è stato allo stesso tempo sovrintendente della Fondazione Arena e amministratore delegato di una società interamente partecipata dall’ente, Arena Extra.

In teoria, la srl Arena Extra doveva essere una società “forziere” in grado di gestire al meglio i ricavi dovuti alla concessione del prestigioso anfiteatro per le manifestazioni “extra lirica”. In realtà, la società si è rivelata una scatola vuota, “insolvente” al momento del dunque nei confronti della stessa Fondazione Arena. La delibera dell’Anac entra nel vivo di una delle operazioni più discusse della gestione Tosi-Girondini: la cessione, avvenuta nel 2013, dalla Fondazione Arena alla controllata Arena Extra, di beni pari a 12,3 milioni di euro “iscritti come credito nel bilancio della fondazione”. Bozzetti, costumi, manifesti, fatti figurare come credito della fondazione lirica e che hanno permesso “di chiudere in pareggio di bilancio la stagione del Centenario del festival lirico nel 2013 denuncia il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Michele Bertucco – che altrimenti avrebbe riportato un rosso”. Arena Extra, però, non avrebbe mai potuto far fronte a quel debito nei confronti dell’ente lirico trovandosi, come si legge nella delibera di Cantone, “già in una situazione di disavanzo per 18 milioni di euro”.

Ma le due entità, Fondazione Arena e Arena Extra, erano amministrate dalla stessa persona, Francesco Girondini. Che avrebbe dovuto invece osservare “certamente un obbligo di astensione” – secondo l’Anac – in tutte quelle decisioni della fondazione concernenti l’attività della Arena Extra Srl, “in quanto di quest’ultima è egli stesso responsabile, quale amministratore unico”. Ma per l’Anticorruzione l’astensione di Girondini non sarebbe comunque bastata a sanare il conflitto di interessi, in quanto avrebbe dovuto avere “un carattere sistematico e riguardare un intero ambito dell’attività gestoria della Fondazione, ossia quella svolta per il tramite della propria società strumentale”. I due incarichi del sovrintendente, insomma, erano semplicemente “incompatibili”. Sulla medesima questione il consigliere comunale del Pd Bertucco nel 2015 aveva presentato un esposto alla Procura di Verona, ma il pm Pietro Pascucci, dopo le indagini della Guardia di finanza, ha chiesto l’archiviazione del fascicolo.

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