Nuovo assedio a Bruxelles, nuove ore di terrore, questa volta più a Sud. Non è Molenbeek ad essere blindata ma un altro quartiere multietnico, Forest, chiuso all’improvviso per un’operazione di polizia che ha seminato la paura in un’area solitamente tranquilla. Un sospetto terrorista è morto dopo l’assalto delle forze speciali partito dopo un blitz antiterrorismo, altri due sarebbero in fuga. E’ l’ultimo atto di una serie di inseguimenti e sparatorie che hanno terrorizzato per l’ennesima volta la capitale del Belgio.

Tutto è cominciato durante un’operazione antiterrorismo legata agli attentati di Parigi. Le ultime notizie parlano di un uomo barricato in un’abitazione (dove si era verificato un primo scontro a fuoco, forse anche con colpi di kalashnikov) e di un secondo fuggitivo, scappato dal tetto, che è circondato in un terreno abbandonato nelle vicinanze. Quattro poliziotti sono rimasti feriti in tre momenti diversi della giornata. Uno di loro è in gravi condizioni, dopo essere stato colpito alla testa. Tutta l’area è stata chiusa al pubblico e al traffico. I cittadini sono stati invitati a rimanere chiusi in casa e decine di bambini – forse cento – sono rimaste bloccate per ore nelle 4 scuole che si trovano vicino all’area del blitz. Solo poco fa le scuole sono state completamente evacuate e i piccoli – studenti delle scuole elementari e bimbi in età da asilo – hanno potuto riabbracciare i genitori.

La procura federale ha fatto sapere che il sospetto terrorista ucciso “non è Salah Abdeslam“, il ricercato numero degli attentati di Parigi ancora in fuga. Gli inquirenti hanno precisato che “la sua identità non è ancora nota” ma che “era armato di kalashnikov“. Uno o due sospetti sarebbero in fuga. La magistratura belga terrà una conferenza stampa più tardi nella serata. Il corpo del sospetto è stato ritrovato dalle forze speciali durante la perquisizione dell’appartamento, ora messo in sicurezza, in rue du Dries nel quartiere di Forest, a Bruxelles.

“Le operazioni sono ancora in corso”, con “polizia e Procura federale ancora al lavoro”, ha confermato il premier belga Charles Michel in una dichiarazione congiunta con il ministro dell’interno Jan Jambon e il titolare della giustizia Koen Geens. Per questo si terrà “domani” (mercoledì) e non stasera una riunione del Consiglio nazionale di sicurezza, ha sottolineato. I quattro poliziotti feriti sono tre belgi e una francese, ha precisato Jambon. In serata la polizia ha effettuato nuove perquisizioni in prossimità della place Saint-Denis, nella chaussée de Neerstalle.

Il blitz antiterrorismo era iniziato intorno alle 14,30. Da quel momento è iniziata una caccia all’uomo di ore – con più scontri a fuoco – terminata appunto con le due persone circondate e asserragliate rispettivamente in un appartamento e in un’area in disuso. Qui, tra l’altro, un cane poliziotto munito di videocamera si è avvicinato all’area in disuso ma è stato preso di mira da colpi di arma da fuoco ed è tornato indietro.

Un ampio perimetro del paese, che si trova a sud di Bruxelles, è stato blindato dalla polizia che continua a dispiegare mezzi e uomini nell’area. Nemmeno gli abitanti del quartiere possono attraversare la zona “rossa”, dove si sono dispiegate le forze speciali. A quelli che sono rimasti dentro il perimetro la polizia ha chiesto di chiudersi in casa e di non avvicinarsi alle finestre. Gli altri vivranno una notte da sfollati: solo in pochi, infatti, possono fare ritorno alle proprie case, scortati dalle forze dell’ordine che li accompagnano fin dentro le abitazioni. La polizia ha infatti solo ristretto il perimetro di sicurezza e tutti gli abitanti di quell’area saranno costretti a passare la notte nel salone del Comune.

Finora sono state accusate 11 persone in Belgio per effetto delle inchieste sugli attentati di Parigi nei quali il 13 novembre scorso morirono 130 persone. Le indagini hanni dimostrato che gli attacchi terroristi erano stati preparati e coordinati in gran parte a Bruxelles. Otto degli 11 accusati sono ancora in carcere. Ma il super-latitante Salah Abdeslam – accusato di essere stato a sparare a Parigi il 13 novembre – e il suo complice Mohamed Abrini, che con lui viveva nella zona di Molenbeek, non sono mai stati trovati.

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