Basta con le primarie ‘fai da te’ che rischiano di segnare, specie dopo i casi di Roma e Napoli il definitivo crepuscolo della partecipazione. In soccorso la proposta a prima firma Eugenia Roccella (nella foto), deputato aderente al gruppo Misto, ma esponente di Idea, il nuovo movimento fondato da Gaetano Quagliariello, che promette di regolamentare questo strumento sia per l’elezione di sindaci e presidenti di regione, che per le elezioni politiche nazionali: le primarie resteranno facoltative. Ma nel caso si scegliesse di celebrarle, ai gazebo o via web, ci si dovrà attenere a regole precise. Pena, la perdita dei benefici fiscali previsti per legge a favore dei partiti. Un disincentivo non da poco. E nel caso di brogli? Valga il codice penale.

Nel frattempo però occorre una moratoria: perchè le “primarie farsa non possono essere derubricate a fatto privato interno al Pd ma investono la qualità della democrazia”, ha detto Quagliariello, spalleggiato dai parlamentari di Idea. Per l’altro esponente del movimento, Vincenzo Piso, infatti, “le primarie fatte così sono una barzelletta, una pagliacciata”, mentre Guglielmo Vaccaro rilancia: “Ci sarebbe da costituirsi parte civile contro il Pd”.  Bocciate anche le “confermatorie” organizzate dal centrodestra Roma, con nome unico Guido Bertolaso. E, naturalmente anche le consultazioni organizzate da M5S, che secondo Andrea Augello “fanno diventare deputato o consigliere chi raccoglie qualche centinaio di voti”.

Ma cosa prevedono le nuove regole presentate da Idea in materia di primarie, ultime di una serie di proposte presentate da altri partiti e rimaste finora sulla carta? Innanzitutto che si celebrino entro il sessantesimo giorno  prima delle elezioni. Potranno parteciparvi gli iscritti al partito (o alla coalizione di partiti che le promuovono) residenti nel territorio interessato dalla competizione elettorale ma anche i sostenitori che si siano però per tempo registrati. Vietato inoltre partecipare contemporaneamente alle primarie organizzate da due o più partiti. Ma c’è di più: alle consultazioni si applicano “tutte le norme vigenti in materia di elezioni e reati elettorali”. Insomma, nel caso di inciampi, sgrammaticature o più brutalmente di brogli si chiamerebbero direttamente i carabinieri, altro che comitato dei garanti.  In via preventiva a vigilare sugli elenchi degli aventi diritto al voto sarà il tribunale competente per territorio.

E come si arriva ad essere candidato con il metodo delle primarie, in particolare per le elezioni della Camera? Basta fare una richiesta sostenuta da un numero di firme (naturalmente autenticate) che verrà stabilito dal regolamento che ciascun partito si darà. Ma il nodo centrale resta quello della selezione delle candidature: nel progetto di legge di Idea è previsto che venga indicato esplicitamente a chi competa la scelta e la formazione delle liste, pena – come si è detto – l’esclusione dai benefici fiscali previsti dalla legge del 2013 per tutta la durata della legislatura alla Camera: è un passaggio non da poco che incrocia il tema delicatissimo del riconoscimento giuridico dei partiti. “La presa d’atto delle degenerazioni patologiche che hanno segnato la vita recente dei partiti politici e ancor più le modifiche introdotte con l’approvazione dell’Italicum e in discussione sulle riforme impongono di proseguire lungo la strada dell’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione già intrapresa dal governo Letta, cimentandosi – si legge nella proposta di legge  a prima firma Roccella – nella non facile ma certamente avvincente impresa di coniugare istituti di trasparenza e garanzia nella vita interna dei partiti con la salvaguardia di una concezione liberale degli stessi”.

 

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