Olio tunisino sul mercato europeo: nel caso in cui il Parlamento Europeo dovesse – come pare probabile – dare parere positivo nella seduta del 10 marzo, le regole potrebbero cambiare già a partire da aprile. L‘Europarlamento si appresta a dare il suo via libera definitivo sull’accordo di aiuti alla Tunisia che comprende anche la quota aggiuntiva per l’importazione senza dazi nella Ue di 35.000 tonnellate in più l’anno di olio d’oliva prodotto nel Paese nordafricano. Il provvedimento è stato inserito d’urgenza nell’ordine del giorno delle votazioni del 10 marzo della plenaria del Parlamento, dopo che il Coreper (Comité des représentants permanents) ha reso noto con una lettera di aver approvato gli emendamenti di cui era stato sospeso l’iter a febbraio.

La lettera, inviata dal presidente di turno del Coreper, l’ambasciatore olandese Pieter De Gooijer, al presidente della Commissione Inta Bernd Lange, comunica che i 28 Paesi membri dell’Unione hanno approvato oggi il compromesso finale emerso nei “contatti informali” che hanno “fatto seguito al voto della plenaria del 25 febbraio” a Bruxelles. In quella occasione erano stati approvati sei emendamenti “tecnici” che avrebbero però potuto allungare i tempi dell’iter legislativo europeo e Lange aveva chiesto il rinvio del voto finale sul testo.

Il Coreper ha approvato gli emendamenti e scrive che se la plenaria voterà il testo consolidato “il Consiglio, in accordo con l’articolo 294.4 del Trattato, approverà la posizione del Parlamento e l’atto potrà essere adottato in questa formulazione”. Dal momento che si tratta di un regolamento, se domani la Plenaria, come probabile, darà il via libera, dopo l’approvazione formale da parte del Consiglio e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale sarà immediatamente esecutivo, forse già dal mese di aprile.

Immediata la reazione di Coldiretti che, per bocca del suo presidente Roberto Moncalvo, ha espresso tutto il suo disappunto. “Il via libera finale dell’Europarlamento – ha commentato Moncalvo – è una scelta sbagliata che non aiuta i produttori tunisini, danneggia quelli italiani ed aumenta il rischio delle frodi a danno dei consumatori”. Il via libera all’accordo che sarà votato domani dalla plenaria dell’Assemblea di Strasburgo avviene, sottolinea la Coldiretti, “dopo che nel 2015 in Italia sono aumentate del 481% le importazioni dell’olio di oliva della Tunisia”. Il nuovo contingente agevolato, lamenta ancora la Coldiretti, andrebbe tra l’altro ad aggiungersi “alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi “agevolati” annuale oltre quota 90mila tonnellate, praticamente tutto l’import in Italia dal Paese africano”. L’associazione dei coltivatori ha annunciato che domani 10 marzo si terrà una mobilitazione per la difesa del Made in Italy a Catania, dove migliaia di agricoltori si sono dati appuntamento per difendere il proprio lavoro, simbolicamente proprio in Sicilia, che è la seconda regione produttrice di olio di oliva in Italia dopo la Puglia.

Molto polemiche anche le reazioni dei politici italiani, secondo i quali questo provvedimento non farà che danneggiare l’economia del Paese. Il Movimento 5 Stelle attacca il governo per l’accelerazione del Parlamento europeo sugli aiuti alla Tunisia. In una nota il M5S parla di un “blitz del Presidente Schulz” che “invocando l’articolo 152 comma 2 del Regolamento del Parlamento europeo, ha messo in votazione il provvedimento che sarà sicuramente approvato con i voti favorevoli del Partito Democratico”. “Questa accelerazione è una vergogna – afferma l’eurodeputata Tiziana Beghin – così come è una vergogna che il governo Renzi non si sia opposto a questa misura in Consiglio europeo. Il ministro Martina ha perso definitivamente la faccia perché a parole è contrario all’invasione dell’olio tunisino, nei fatti però ha voltato le spalle a migliaia di agricoltori e produttori”. “In più – conclude Beghin – oggi abbiamo saputo della nuova misura arrivata al Parlamento europeo di un nuovo sostegno economico alla Tunisia, ben 500 milioni di euro. Che bisogno c’era allora di questa importazione senza dazi? Forse per regalare olio a basso costo e di dubbia qualità alle multinazionali?”.

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