Doveva terminare il viaggio di 15.000 km da Pechino a Milano nel padiglione della Cina, all’Expo 2015, ma qualcosa nell’organizzazione dell’evento è andata storta e la cerimonia è saltata. La nuova Suv Qoros 5, però, nel capoluogo lombardo è arrivata, a ribadire ancora una volta che il marchio cinese vuole misurarsi anche col mercato del Vecchio Continente. Non è ancora dato sapere, però, quando: i piani per l’Europa sono sospesi a causa dei problemi in madrepatria. Addirittura, la Qoros si è ritirata dalla Slovacchia, unico mercato europeo in cui stava svolgendo dei test per prepararsi allo “sbarco”. Eppure, a livello di prodotto, la berlina Qoros 3 aveva tutte le carte in regola per affermarsi: a differenza di altri prodotti cinesi del passato, ha superato brillantemente i crash test, tanto da meritarsi il titolo di “auto più sicura del 2013” assegnato dall’EuroNCAP.

L’ambizione della Qoros – al 50% della cinese Chery, 50% della Kenon, spin-off del fondo di investimenti Israel Corp. – era quella di affermare in Cina un marchio cinese che proponesse livelli qualitativi simili a quelli delle auto prodotte dai costruttori occidentali. Per ora, però, i consumatori locali non vogliono comprare una Qoros al prezzo di una Chevrolet o di una Volkswagen: nei primi nove mesi dell’anno sono state immatricolate solo 9.400 Qoros su un mercato da 17 milioni di unità nello stesso periodo. Per questo il nuovo management – dalla scorsa primavera, l’amministratore delegato è Phil Murtaugh, ex GM China – ha deciso di concentrare gli investimenti sulla rete di vendita in Cina e sull’affermazione del marchio. L’Europa, per ora, può aspettare.

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