Vince Milano, seguita da Bologna, Firenze, Modena e Venezia. Sono le cinque città più smart d’Italia secondo la classifica stilata come ogni anno dall’ICity Rate 2015.

La ricerca realizzata da Forum PA in collaborazione con Openpolis fotografa la situazione delle città intelligenti, più vicine ai bisogni dei cittadini, inclusive e vivibili. Rispetto allo scorso anno è stato aggiunto un parametro in più per stilare la classifica. La legalità si è aggiunta a economy, living, environment, mobility, people e governance permettendo quindi allo studio – che esamina 106 comuni capoluogo – una analisi più dettagliata, frutto dell’esame di 150 variabili statistiche elementari, 84 indici di fattore, 7 dimensioni, 14 indici dimensionali e un indice di sintesi.

I dati 2015 hanno dato ulteriore sprint a Milano che ha migliorato il proprio punteggio (637,88) rispetto allo scorso anno quando era comunque sempre in testa. Bologna, che dopo Roma è la città che meno migliora rispetto all’anno precedente si ferma a 612,77 “tradendo una rendita di posizione che rischia di non reggere alla competizione delle altre città nella parte alta della classifica che appaiono decisamente più dinamiche”, seguita da Firenze, che compie un balzo in avanti arrivando a 587,44 rispetto a 557 dello scorso anno.

Milano si impone nella dimensione economica, living e people nell’ambiente si piazza al 24esimo posto, è quarta nella mobilità e paga pegno nella nuova dimensione della legalità dove si ferma al 70esimo posto a causa della diffusione della microcriminalità, al numero di giornalisti minacciati e all’incidenza dei comuni commissariati in provincia. Il confronto con Roma è impietoso. La Capitale (511 punti) risente delle vicende degli ultimi mesi e passa dal 12esimo al 21esimo posto. Roma mantiene una buona posizione per le dimensioni economy (3°), people (9°), living (12°) e mobility (18°), ma rallenta quando si parla di governance (34°), environment (85°) e, soprattutto, legality (97°).

Tra il sesto e il decimo posto troviamo solo città del Nord come Parma, Reggio Emilia, Trento (new entry fra le prime dieci al posto di Ravenna), Padova e Trieste.
“Sono le nuove piccole capitali – spiega il rapporto – a volte molto più dinamiche e performanti delle grandi città metropolitane. E non si tratta delle semplice equazione del “piccolo è bello” basata sui parametri della qualità della vita ma, molto spesso, di risultati che provengono da caratteristiche strutturali importanti. Ad esempio Modena, la prima città tra le aree non metropolitane, è quarta in assoluto in Italia per performance economiche”.

Tra Milano e Reggio Calabria, ultima in classifica ci sono 383 punti che confermano le differenze della Penisola. La prima città del Sud è Cagliari in sessantesima posizione che registra le performance peggiori nel consumo di energia elettrica, dispersione della rete idrica, accessibilità terrestre, partecipazione elettorale e mancanza di strumenti di pianificazione ambientale. In un panorama sempre difficile come è quello del Mezzogiorno, il rapporto riscontra il dinamismo di alcune città.

E’ il caso di Lecce che ha registrato il maggior incremento guadagnando 68,4 millesimi e salendo di cinque posizioni (76°). La città pugliese ha le sue performance migliori nel tasso di imprenditorialità (7°), nella diffusione di connessione tra le imprese, nell’impegno sul monitoraggio dell’aria, nella fluidità della mobilità territoriale (percentuale di lavoratori che impiegano fino a 30 minuti per raggiungere il posto di lavoro), e nell’offerta di mobilità alternativa.

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