Negli ultimi due anni le foto satellitari avevano a più riprese fatto ipotizzare la ripresa dell’operatività nel reattore nucleare di Yongbyon, in Corea del Nord. La conferma è arrivata oggi dallo stesso regime. L’impianto è “pienamente operativo”, si legge in un dispaccio dell’agenzia ufficiale Kcna che cita il direttore del locale Istituto per l’energia atomica.

L’annuncio è accompagnato da dichiarazioni in tono di minaccia rivolte agli Stati Uniti e alle “nazioni ostili” contro le quali Pyongyang sventola l’opzione nucleare. Le conferme sulla riapertura di Yongbyon seguono di poche ore l’annuncio dell’imminente lancio in orbita di un satellite. Operazione che la comunità internazionale ritiene possa celare un test missilistico a lungo raggio.

Per questo, se il lancio è giustificato dal governo nordcoreano come un modo per celebrare l’anniversario dalla fondazione del Partito dei lavoratori coreano, il partito unico al potere, la Corea del Sud, con cui il Nord è ancora formalmente in stato di guerra, parla di “grave provocazione”, in spregio alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che vietano al regime di condurre esperimenti balistici e nucleari. Risoluzioni che tuttavia la dinastia dei Kim e i suoi generali hanno disatteso a più riprese nel corso degli anni.

La data del lancio potrebbe essere attorno al 10 ottobre, 70° anniversario della fondazione del partito. D’altra parte il regime cerca di massimizzare gli appuntamenti con gli anniversari storici. Temporalmente, le minacce, gli esperimenti nucleari, i test balistici coincidono nella maggior parte dei casi con queste ricorrenze, in particolare nel periodo a cavallo tra dicembre e aprile, quando si susseguono l’anniversario della morte di Kim Jong Il, il compleanno dell’attuale leader Kim Jong Un e le celebrazioni per l’anniversario della nascita del padre della Patria, Kim Il Sung.

L’annuncio di un possibile test missilistico rischia però di rinfocolare le tensioni con il Sud. Appena un mese fa le due Coree sono state al centro di scontri a fuoco lungo il confine. Le minacce mettono a rischio l’accordo raggiunto nelle settimane successive allo scopo di rasserenare i rapporti tra Seul e Pyongyang, i cui contenuti prevedono anche un incontro tra le famiglie separate al termine del conflitto degli anni Cinquanta del secolo scorso.

Secondo gli analisti di 38 North, portale dedicato al monitoraggio del programma militare e atomico nordcoreani a cura dello U.S.-Korea Institute della Johns Hopkins University, la recente attività nel reattore potrebbe essere il preludio a un nuovo esperimento nucleare, quando sono ormai trascorsi oltre due anni dall’ultimo. A regime si ritiene possa produrre circa 6 chilogrammi di plutonio l’anno.

Attualmente gli esperti stimano che la Corea del Nord abbia materiale a sufficienza per circa una decina di ordigni. Nutrono invece maggiori dubbi sulla capacità di miniaturizzare le bombe, così da armare le testate dei missili. Per ora gli annunci servono però a lanciare proclami e a far sapere al mondo che la produzione di armi nucleari di Pyongyang “migliora in qualità e quantità”.

di Andrea Pira

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