Cori, fischi e qualche cartellone. È la contestazione andata in onda alla festa dell’Unità di Milano. Ai giardini Indro Montanelli alcuni insegnanti hanno accolto in modo molto critico il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. “Vogliamo assunzioni, non vogliamo propaganda”, diceva un gruppo  di insegnanti del Comitato 3 ottobre attendendo l’arrivo del ministro.”Forti e gentili sì, fessi no”, era scritto invece su uno degli striscioni esposti dal gruppo. “Vogliamo solo fare domande perché abbiamo bisogno di ricevere risposte concrete”, spiegava un’insegnante di sostegno.

Durante il suo intervento il ministro Giannini è stata quindi interrotta, subito dopo essersi dichiarata “orgogliosa” della riforma della scuola. “Lavoro, diritti e dignità”, ha urlato una delle insegnanti in platea. Altre urla “sfruttamento, sfruttamento”, sono arrivate quando la ministra ha parlato della creazione dei laboratori territoriali della rete di istituti tecnici e professionali, operazione che coinvolgerà anche il mondo imprenditoriale.

“Il tempo sarà galantuomo, lo dico a chi oggi contesta politiche che mettono al centro l’istruzione e danno strumenti concreti per il diritto allo studio”, ha replicato quindi il ministro.”Vedremo fra qualche anno – ha aggiunto – se questi strumenti ribalteranno o meno le sorti di questo paese.Da nord a sud – ha concluso – ho sentito sempre gli stessi slogan, che potevano essere di vent’anni fa, gli slogan andrebbero aggiornati con i contenuti di oggi e le famiglie lo capiscono”.

Articolo Precedente

Assunzioni precari scuola, “da Ancona a Trapani. Era la mia 91esima scelta”

next
Articolo Successivo

Scuola senza zaino: biro e righelli sono in condivisione. E i libri restano in classe. Le verifiche? “Personalizzate”

next