Anche l’elicottero che lancia petali di rosa sulla folla serve ad acquistare consenso “e marcare il potere sul territorio”. Il presidente del Senato Pietro Grasso torna sulle polemiche scatenate dal funerale show di Vittorio Casamonica. Lo fa durante il dibattito alla Festa nazionale dell’Unità di Milano dove non risparmia critiche a chi in passato ha sottovalutato, o addirittura negato, la criminalità organizzata a Roma: “Nella capitale c’erano prefetti che negavano la presenza della mafia. La magistratura non approfondiva, forse perché non c’erano gli strumenti”.
Secondo l’ex procuratore di Palermo ed ex numero uno della Direzione nazionale antimafia, le esequie da padrino di “Re Vittorio” sono state “una manifestazione di potenza che serve per acquisire il patrimonio del potere sul territorio e il consenso dei cittadini”, consenso che alle elezioni “la criminalità e le neomafie barattano con i voti”. La carrozza con i cavalli, l’elicottero in cielo e le note di Nino Rota – ragiona Grasso – nascono dalla sottovalutazione del problema: “Sono mancate la sensibilità e la voglia di riconoscere la presenza della criminalità organizzata, eppure ne parlavano da anni nelle relazioni della Direzione nazionale antimafia”. La seconda carica dello Stato non fa nomi, ma nei giorni scorsi era stato il sindaco Ignazio Marino a tirare in ballo l’ex prefetto Giuseppe Pecoraro, predecessore di Franco Gabrielli: “Sono passati i tempi in cui, nell’agosto 2013 il prefetto di Roma, nel corso di un comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza negava che a Roma ci fossero fenomeni mafiosi”.
Per Grasso lo stesso errore commesso a Roma si è ripetuto anche a Milano, dove “fino a pochi anni fa si negava la presenza”. E qui il presidente di palazzo Madama chiama in causa “il ministro dell’Interno, un certo Roberto Maroni“, attuale governatore della Lombardia che “è stato sconfessato dalle inchieste della magistratura sulla ‘Ndrangheta”. Di sicuro, lo spettacolo andato in scena davanti alla chiesa Don Bosco al Tuscolano è uno spartiacque: “Quando in Sicilia moriva un boss si riuniva il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Da ora in avanti lo faranno anche a Roma”, è convinto Grasso.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez