Al Parlamento europeo si discute sulla possibilità di riformare il diritto d’autore. Un dibattito che è diventato presto un braccio di ferro tra chi punta a modificare l’attuale quadro normativo, certo che l’attuale legislazione sia superata, e chi, come la Federazione degli editori europei (Fep) è convinto del contrario, e che la difesa del copyright sia necessaria oggi più che mai.

E sono proprio gli editori ad aver lanciato prima la campagna social #copyrightforfreedom e poi una petizione sul sito change.org. Alla base, la convinzione che “il diritto d’autore sia una garanzia per la libertà di espressione”. In che modo? “Il nocciolo della missione di autori, giornalisti, traduttori, editori, librai, artisti, fotografi – spiegano ilfattoquotidiano.it dalla sede di Bruxelles della Fep – è di creare e di esprimere se stessi e il diritto d’autore è lo strumento migliore per garantire questa libertà di espressione. Dove c’è una solida protezione del copyright e una remunerazione degli autori e degli editori, c’è libertà di espressione”.

Una possibile riforma della legislazione secondo la proposta dell’europarlamentare Julia Reda del partito tedesco dei pirati, che punta a cambiare una norma che considera obsoleta in un’epoca digitale (e incaricata dalla commissione di studiare un proposta di legge per sostituire la vigente), genera numerose perplessità negli editori, convinti che proprio la digitalizzazione necessiti di un rafforzamento del copyright: “Oggigiorno è facilissimo leggere, ascoltare, guardare contenuti creativi e culturali online – spiegano dalla Fep -. D’altra parte, è anche facilissimo copiare i contenuti mantenendone inalterata la qualità e moltiplicarne le copie illegali su internet. Ci sono poi svariati attori che non esistevano 15 anni fa, intermediari che si arricchiscono grazie all’utilizzo di tali contenuti attraverso le loro piattaforme. Per il settore editoriale, si tratta soprattutto di tutelare il diritto d’autore online, con eccezioni ben delimitate. Per esempio, le licenze per le biblioteche, che provvedono ai bisogni dei cittadini e allo stesso tempo permettono di salvaguardare il mercato attraverso le librerie”.

Insomma, i timori in un cambio di legislazione sono molti da parte della Fep: “Il rapporto Reda – affermano – propone in effetti un ampliamento delle eccezioni e limitazioni ai nostri diritti esclusivi tale da svuotare il diritto d’autore della sua sostanza. Tali proposte rischiano seriamente di ridurre di molto le entrate degli autori e degli editori, e di tutti gli altri attori delle industrie creative, specie se ogni genere di utilizzo fosse autorizzato sulla base di eccezioni, senza un’adeguata remunerazione”.

Così, la richiesta ai parlamentari europei, veicolata anche dalla petizione, è precisa: “Il diritto d’autore rende possibile per gli autori di guadagnarsi da vivere con il loro lavoro e permette a una sana industria editoriale di prosperare e di investire in nuovi autori. – chiariscono dalla Fep – Pertanto chiediamo ai membri del Parlamento Europeo di sostenere un solido sistema di diritto d’autore, nel contesto del rapporto Reda e della proposta di riforma attesa questo autunno da parte della Commissione Europea”.

Opinione condivisa anche in Italia, dove Marco Polillo, presidente dell’Associazione italiana editori (Aie) afferma: “Chiediamo di considerare l’impatto economico e sociale delle norme attuali e di quelle che si vogliono introdurre. Senza conservatorismi, ma allo stesso modo senza fanatismi, come quelli che invece leggiamo in alcune posizioni. Si dice di voler introdurre eccezioni nel diritto d’autore per favorire l’innovazione, ma cosa c’è di innovativo nell’imporre modelli uguali per tutti su specifici temi senza tener conto che regole scritte oggi saranno certamente obsolete domani?”. L’invito è chiaro: “Ci auguriamo che alla nostra campagna aderiscano quanti più editori e scrittori italiani possibile”.

E negli ultimi giorni è intervenuto sul tema del diritto d’autore e della sua tutela anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, secondo sui il copyright “rischia di essere aggredito e sminuito dallo sviluppo delle reti e dalla moltiplicazione delle piattaforme informative e di comunicazione – ha detto alla cerimonia per la Giornata del libro -. Il legislatore interno e quello europeo sono chiamati alla vigilanza e all’aggiornamento necessari per non disperdere patrimoni di cui tutti possiamo beneficiare”.

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