“Una vignetta di Ellekappa dice: “Oppositori? Chiamiamoli diversamente concordi”. Descrive bene la minoranza Pd“. Così Marco Travaglio esordisce nel suo editoriale e osserva: “La minoranza Pd, quando proprio ha mangiato bistecca di tigre, esce dall’aula per non votare no. Bersani ha sempre votato l’Italicum. Due mesi fa scopre la svolta autoritaria e che fa? Vota no. Il nuovo Parlamento sarà un Parlamento-zerbino dell’uomo solo al comando, senza controlli né contrappesi“. E aggiunge: “Prima Renzi tirava diritto in nome del patto del Nazareno. Ma ora non esiste più: perché continua a rispettarlo? Renzi ora cambia legge elettorale e Costituzione solo con la maggioranza di governo, che poi è minoranza. Ad agosto i bersaniani votano sì su nuovo Senato e Italicum ma ammoniscono: “Vedrete che casino combineremo””. Il direttore de Il Fatto Quotidiano ironizza sulle ’50 sfumature di sì’ dei bersaniani: “‘Il mio sì è molto diverso dal tuo, è più no che sì’. Poi arriva la riforma del Senato Boschi-Verdini alla Camera. I bersaniani: “È antidemocratica”. Però la votano. Qualche bersaniano pensa di votare su su un piede solo, o facendo le corna dietro così non vale. I bersaniani sono gli oppositori di domani, anzi di dopodomani. “Qui lo voto e qui lo nego”. Bersani fa il duro: “Se non ci saranno modifiche a Italicum e ddl costituzionale, d’ora in poi non voterò più sì”. Pippo Civati non ce la fa più: “La cosiddetta minoranza non fa altro che alzare palloni alla maggioranza”. Gli impavidi oppositori subito dopo il sì scrivono un documento contro la legge che hanno appena votato. Diceva Ennio Flaiano: “La rivoluzione è rinviata a data da destinarsi causa cattivo tempo”. Si avvicina l’ultimo voto sull’Italicum alla Camera” – prosegue – “Le temibili falangi bersaniane ritmano i tamburi di guerra. Stavolta votano no? Figurati! Il capogruppo Speranza si dimette.E la minoranza non parteciperà al voto. Furba! Diceva Longanesi: “Questi nostri rivoluzionari pretendono di fare le barricate con i mobili degli altri”

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