Informazioni caute sulla dinamica dell’incidente e sull’esito delle perquisizioni a casa di Andreas Lubitzil copilota che ha deciso di fare schiantare l’Airbus Germanwings contro le Alpi francesi, e di trascinare con sé la vita di 149 persone. Ma secondo il giornalista di Paris Match Frédéric Helbert, “fin dal primo giorno, fin dalla prima notte, gli inquirenti sapevano che era una storia che riguardava i piloti“. Helbert dichiara con “fermezza” che “dalla prima notte, il nastro del cockpit voice recorder è stato decodificato” e che nelle stesse ore “gli inquirenti tedeschi sono andati nell’appartamento di Lubitz e hanno trovato montagne di farmaci e i documenti che sappiamo”.

Il video: conferme e smentite – Il giornalista è lo stesso che ha visionato anche il video che testimonierebbe gli ultimi momenti a bordo del volo Germanwings, filmato la cui autenticità è stata garantita anche dal quotidiano tedesco Bild. Pochi istanti, gli ultimi prima dello schianto, in cui si sentono le grida dei passeggeri che, però, non si riescono a distinguere nel caos dell’immagine. “Non c’è dubbio che quello che abbiamo visto siano gli ultimi secondi di quello che è successo sull’Airbus di Germanwings – spiega Regis Le Sommier, vicedirettore del giornale francese – Per quanto ho visto del video, le immagini sono abbastanza mosse ma l’audio non lascia dubbi sul fatto che i passeggeri sapessero cosa stava succedendo”. 

Ma a dubitare delle immagini è Lufthansa, perché “considerando che tutto a bordo dell’aereo è andato distrutto, sarebbe insolito che un telefono cellulare fosse sopravvissuto all’impatto”. “Abbiamo letto le notizie riportate da un giornale francese sul filmato – ha detto un portavoce della compagnia tedesca –  Ma non abbiamo visto le immagini e non sappiamo se il video esiste. Perciò non possiamo confermare l’autenticità del filmato”. Vero o meno, per Brice Robin, capo della procura di Marsiglia che indaga sulla tragedia, “nell’ipotesi in cui una persona disponga di un video del genere, ha il dovere di consegnarlo senza indugi agli inquirenti perché faccia parte dell’inchiesta“. Robin, comunque, precisa che “allo stato attuale delle indagini non esistono video dell’incidente”.

Tra voci scettiche e quotidiani che, pur non possedendo il filmato dichiarano di averlo visionato e insistono sulla sua autenticità, emerge anche la posizione tranchant del tenente colonnello Jean-Marc Menichini della gendarmeria francese. Le descrizioni di Paris Match e Bild, dice alla Cnn, “sono completamente false” anche perché i telefoni cellulari raccolti sul luogo dell’incidente non sono stati “ancora esaminati”. Dovrebbero essere inviati, per le analisi, all’Istituto di ricerca criminale della gendarmeria nazionale di Rosny-sous-Bois, vicino a Parigi.

Una posizione opposta rispetto a quella di Le Sommier, che alla Nbc ribadisce: “Sono convinto che sia vero, abbiamo controllato e indagato. Siamo fiduciosi sulla nostra fonte, che è vicina al gruppo degli inquirenti“. Una fonte che avrebbe deciso di mostrare il video ai reporter “per provare l’esistenza di tale materiale, che è interessante per un numero di persone, incluse le famiglie delle vittime, ed è anche interessante per chi deve volare oggi”.

Helbert (Paris Match): “Gli inquirenti non hanno ancora iniziato a lavorare sui cellulari? Sarebbe ora che iniziassero”
L’acquisizione del video degli ultimi istanti dell’A320 di Germanwings è stata frutto di “un lungo lavoro di investigazione per trovare i contatti e per andare su un terreno difficilmente accessibile”, spiega Frédéric Helbert che in un’intervista sul sito di Paris Match racconta come il giornale sia entrato in possesso delle immagini. “Siamo passati attraverso diversi intermediari collegati con persone che lavorano sul campo e a partire da questo c’è stata poi la possibilità di visionare il video per la prima volta”.

Video che alla fine è stato valutato da “tutta l’equipe editoriale di Paris Match“, riprende Helbert, aggiungendo che tutti si sono trovati d’accordo nel giudicare il documento “perfettamente valido e corrispondente con lo scenario dell’inchiesta”. Interpellato sul fatto che gli inquirenti sostengono che i dati dei telefoni cellulari delle vittime non sono ancora stati raccolti, il cronista risponde infine contrattaccando: “Se io ho il telefono cellulare del protagonista più importante della vicenda, anche i gendarmi e le persone abilitate a lavorare su questo tipo di materiale devono averlo. E se non hanno ancora cominciato a lavorarci, sarebbe ora che lo facessero”.

Depressione e idoneità al volo – Andreas Lubitz aveva messo al corrente Lufthansa di avere sofferto nel 2009 un “grave episodio depressivo” poi rientrato. Il particolare è emerso dall’analisi delle email indirizzate dal copilota alla scuola di volo della compagnia ed è stato divulgato dalla stessa Lufthansa. Ma un precedente per depressione “non costituisce un impedimento” per chi voglia ottenere l’idoneità di volo come pilota? No, secondo la legislazione tedesca, come conferma all’Ansa una fonte del governo di Berlino. Le regole sull’idoneità, ha precisato, seguono standard internazionali, ma hanno un’attuazione nazionale.

Vittime tedesche: 72, non 75 – Il ministero degli esteri tedesco ha corretto il numero delle vittime tedesche: sono infatti 72 e non 75, come precedentemente riportato. La mancanza di chiarezza sulla provenienza dei passeggeri e dell’equipaggio dell’Airbus sarebbe dipesa dal fatto che alcuni di loro erano in possesso della doppia cittadinanza.

Amministratori delegati di Lufthansa e Germanwings sul luogo del disastro – “Ogni giorno ne sappiamo un po’ di più, ma servirà molto tempo per poter capire come ciò possa essere accaduto. Siamo molto colpiti per il fatto che un incidente di questo tipo possa essere accaduto alla Lufthansa, dove c’è grandissima attenzione sulla sicurezza. Siamo colpiti per le perdite che ci sono state e semplicemente non ci sono parole per esprimerlo”. A dichiararlo è stato l’amministratore delegato della Lufthansa, Carsten Spohr, che oggi si è recato sul luogo del memoriale dedicato alle viittime della tragedia aerea sulle Alpi.

Accompagnato dall’Ad di Germanwings, Thomas Winkelmann, Spohr si è raccolto davanti alla targa a Le Vernet dove poi ha deposto dei fiori. Spohr ha espresso parole di cordoglio per la tragedia e poi ha ringraziato i rappresentanti delle autorità francesi presenti sul posto per il loro lavoro.

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