La sinistra eliminata in oltre 500 distretti, il ritorno di Nicolas Sarkozy alla guida della coalizione Ump-Udi e il Front National che ottiene un ballottaggio su due in Francia. La battaglia per le elezioni “dipartimentali” è solo rimandata al prossimo weekend quando in molti casi a decidere sarà il secondo turno. L’ex presidente francese ha ottenuto il 29,4% dei voti, il partito di estrema destra si è piazzato al secondo posto con il 25,19% dei voti (il 10% in più rispetto al primo turno del 2011), mentre i socialisti e i loro alleati hanno raccolto il 21,8% dei voti. Circa 21 milioni di francesi, dei 41,6 chiamati a votare, si sono presentati alle urne. Il tasso di astensione è stato così del 49,71%, un dato inferiore al primo round del 2011 quando era stato del 55,7%. Il secondo turno delle elezioni è previsto per il 29 marzo.

Festeggia Nicolas Sarkozy che già punta lo sguardo all’orizzonte delle presidenziali del 2017: “L’alternanza si è ormai messa in moto, nulla la fermerà”. Ma a cantare vittoria è anche Marine Le Pen che con il suo Front National ottiene il secondo posto: puntava a raddoppiare il risultato delle Europee 2014 (quando fu la prima forza della Francia) e invece si ferma dietro Sarkozy. Ma dati alla mano, l’estrema destra è comunque soddisfatta: è il miglior risultato di sempre alle elezioni locali. “Siamo il primo partito di Francia perché l’Ump è alleato con l’Udi” ha detto la Le Pen.

Si tratta di amministrative e quindi il risultato finale sarà quello dei ballottaggi. Sarkozy ha già annunciato che domenica prossima non si formerà il “fronte repubblicano” (l’alleanza con il Ps in funzione “anti Le Pen”) ma neanche “ci sarà alcun accordo locale con il Front National”. Circostanza della quale il Fn non si cruccia. “Il voto massiccio per il Front National, che si radica elezione dopo elezione, mostra che i francesi vogliono ritrovare la libertà” ha detto Marine Le Pen dal suo quartier generale di Nanterre, alle porte di Parigi. La leader del Front National, che pure aveva puntato a finire in testa, esulta per la conquista di posti nei consigli di dipartimento – che prendono il posto dopo la riforma territoriale di quelli cantonali – mentre in passato il suo partito non aveva radici sul territorio. “Il risultato di queste elezioni è la più bella delle risposte al sistema”, ha detto, chiedendo le dimissioni del premier socialista Valls, “sfiduciato” da questa elezione. “Grazie ai francesi di nutrire la fiamma della speranza”, ha concluso Le Pen.

Per il Partito socialista non c’è stato il crollo sotto il 20% – come ipotizzavano i sondaggi – ma il terreno perduto, soprattutto a livello locale dove molti suoi dipartimenti cambiano colore, è allarmante. Nonostante ciò Valls ha parlato di “tenuta” dei partiti istituzionali nonostante le previsioni catastrofiche dei sondaggi delle scorse settimane e ha respinto la richiesta di dimissioni: “Tutti sanno che resterò al mio posto”. Il primo ministro ha attaccato inoltre il leader Ump che ha annunciato non sosterrà i socialisti nei distretti dove al secondo turno sfidano il Front National: “La posizione di Nicolas Sarkozy è un errore morale e politico”.

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