Parlamentari, eurodeputati, consiglieri e attivisti da ogni parte d’Italia. Sono oltre 400 i “#figli delle stelle” arrivati a Parma per l’evento organizzato da Federico Pizzarotti, che ha definito con questo hashtag sui social network la Giornata dello statuto trasformatasi nelle ultime settimane in un raduno nazionale dei pentastellati. “Il Movimento è qui, vogliamo sentire come lavorano a Parma, in maggioranza”, dicono i partecipanti, inseguiti dalla stampa che si accalca a chiedere di scissioni, correnti e futuro dei Cinque stelle. Ci sono le bandiere del Movimento 5 stelle, ma non solo. All’ingresso dell’hotel, la provocazione degli attivisti di Monzuno (Bologna): hanno portato un cartonato di Nick il nero dello staff comunicazione in Senato e del consigliere comunale Massimo Bugani, entrambi considerati molto vicini a Grillo e Casaleggio. La speranza di tutti però è di ripartire da qui, dalla città emiliana che per prima ha eletto un sindaco M5s, per lasciarsi dietro gli errori e le divisioni che ultimamente sembrano aver intaccato la compattezza e i valori alla base dei 5 stelle. “Il Movimento oggi sta così così – spiega il deputato Marco Baldassarre – ma c’è la volontà di ritirarlo su. Ripartiamo, mettiamo da parte gli errori e cerchiamo di recuperare il danno fatto ad alcune persone”. All’evento compaiono anche molti dissidenti ed espulsi, come i senatori Maria Mussini e Maurizio Romani o l’ex consigliere regionale Andrea Defranceschi, ma il sindaco di Parma e i partecipanti si rifiutano di catalogare la riunione come un raduno per la corrente più critica del Movimento. Anche se le critiche non mancano.“Le espulsioni andrebbero revocate e non approvo la scelta sul direttorio, non dovrebbero esserci figure come queste nel M5S”, continua Baldassarre, mentre la deputata Giulia Sarti propone di ripensare alla proprietà del simbolo del Movimento.

Video di Giulia Zaccariello

La richiesta di cambiare per ritornare come agli inizi a discutere e lavorare su temi concreti arriva anche dai territori. Oltre a deputati e senatori, la presenza più numerosa è quella degli attivisti e dei consiglieri eletti in tutte le regioni. Oltre all’Emilia Romagna, con molte adesioni, anche Lombardia, Toscana, Lazio, e ancora Puglia e Veneto, e molte altre zone di tutta Italia sono rappresentate da gruppi più o meno numerosi. Tra loro ad esempio, il consigliere comunale di Ravenna Pietro Vandini e quello di Torino Vittorio Bertola. Da Firenze c’è la consigliera comunale Miriam Amato, da Genova sono arrivati Andrea Boccaccio e Stefano De Pietro, e da Piacenza i tre consiglieri comunali Mirta Quagliaroli, Barbara Tarquini, Andrea Gabbiani. Per La Spezia a Parma partecipa Christian Bertagna, da Faenza Vincenzo Barnabè, e poi ci sono i consiglieri regionali della Lombardia e dell’Abruzzo Silvana Carcano e Leandro Bracco.

Al posto del sindaco Nogarin, che all’ultimo ha rinunciato all’appuntamento, c’è un gruppo di attivisti di Livorno e dalla Toscana ci sono altri comuni come Empoli. “Si deve parlare di argomenti, ripartire dai territori – dicono – Pizzarotti è uno dei primi sindaci eletti, dobbiamo imparare da lui, e questo incontro è quello che ci vuole: confrontarsi, discutere, vedersi, senza chiudersi in un blog”. Anche tra municipi e meetup presenti si contano dissidenti e critici, come gli attivisti di Monzuno, schierati a difesa di Defranceschi dopo la sua espulsione, o Luigi Camporesi, il consigliere di Rimini che si è dimesso dal Movimento dopo il risultato delle ultime regionali. Non manca all’appuntamento con Pizzarotti nemmeno un assessore del Comune di Comacchio, dove il M5s con il suo sindaco Marco Fabbri è stato scomunicato da Grillo per la partecipazione al governo della nuova Provincia. “Qui in sala ci sono persone che si sono dimesse o che sono state espulse che valgono più di cento parlamentari del Pd” dice dal palco Pizzarotti, e in sala tutti applaudono. “Il Movimento siete voi e siamo noi, sta a noi cambiare le cose che non ci piacciono”.

All’inizio erano attesi anche Massimo Artini e Paola Pinna, gli ultimi espulsi del Parlamento Cinque stelle, ma alla fine nessuno dei due si è visto. Così come non si sono visti il sindaco di Livorno Filippo Nogarin (che prima aveva confermato la presenza), e i membri del direttorio nominato nei giorni scorsi da Grillo e Casaleggio. “E’ uno sbaglio che non siano qui, sarebbe stato un segnale importante” dice il deputato Tancredi Turco. Le perplessità sui cinque nominati da Grillo sono tante e in molti le sollevano, soprattutto sul metodo della nomina calata dall’alto, ma è anche forte l’auspicio che questo passo possa servire a far uscire il M5s dallo stallo, per ritornare a una crescita di consensi. “Serve un’organizzazione e spero che si lavori a questo – aggiunge il deputato Walter Rizzetto, che minimizza il discorso dei dissidenti e degli espulsi – In seno al Movimento ci sono persone che fanno una critica costruttiva, ma tutti noi che siamo qui teniamo a questa maglia e continueremo a lavorare per questo”. Le voci critiche non mancano nella giornata parmigiana, come quella di Defranceschi, che ha deciso di partecipare anche da espulso alla convention, ma il desiderio di ricostruire prevale, e Parma diventa il simbolo di quello che dovrebbe essere il Movimento: “Sono venuto a vedere il Movimento che conosco io e che ogni tanto vedo perdersi per strada, ma che oggi ritroviamo tutti qui. Non ho bisogno della certificazione di nessuno per essere qui”. Dello stesso avviso Romani: “Sono qui perché sono amico di Pizzarotti, politicamente ascolterò quello che dicono. Io mi sento ancora nel Movimento”.

La discussione va avanti per tutto il pomeriggio, tra interventi e anche qualche polemica, ma al termine dell’Open Day dai territori che hanno partecipato il bilancio della Giornata dello Statuto è positiva. “E’ stato rispettato il tema che era stato proposto – raccontano Fabio Gregorelli e Marcello Zenoni, consiglieri comunali di Bergamo – Abbiamo partecipato a titolo formativo, e tutto è andato come ci aspettavamo, anche la parte degli interventi”. Anche da Milano la percezione è di un’iniziativa riuscita, al di là delle polemiche che sono circolate intorno all’evento. “E’ stato tutto montato dalla stampa – aggiunge all’uscita la consigliera regionale Silvana Carcano – Certo, ci sono stati momenti di dialogo e di confronto, ma è proprio questo il bello del Movimento”. Il dibattito è stato acceso, e si è parlato anche di temi nazionali, ma dai Comuni la soddisfazione più grande è stata il confronto sui temi che riguardano le amministrazioni: “E’ stato interessante parlare degli strumenti che a Parma sono stati introdotti, forse anche timidamente – commenta Antonio Laterza, consigliere di circoscrizione della zona 9 di Milano – Da noi a Milano, per esempio, è passato il referendum deliberativo con il nostro contributo, anche se forse non se ne è mai parlato a sufficienza”. Alle 18 la sala si svuota e i 400 partecipanti lasciano la “Leopolda” grillina, auspicando presto un prossimo incontro. “Oggi non è il momento di fare polemica – conclude Vittorio Borghi, consigliere del Comune di Formiglia, nel bolognese – è stata una bella giornata di confronto, queste cose possono fare bene al Movimento 5 stelle”. Gli fa eco Francesco Sartini, eletto a Vimercate: “Le tensioni e le contrapposizioni sono normali all’interno di un movimento, ma gli obiettivi sono comuni e credo che tutte le polemiche percepite riguardino il disagio nelle persone, non nei Cinque stelle – conclude – Oggi il M5S è sollecitato ad andare avanti”.

 

Schermata 2014-12-07 alle 14.58.42

Articolo Precedente

M5s, a Parma l’Open day di Pizzarotti: “Ora il direttorio riveda le espulsioni”

next
Articolo Successivo

Pizzarotti, il suo piano: rottamare M5S

next