Cinque manifesti mortuari affissi in vari punti della città per annunciare la “prematura scomparsa” del giudice Lucia Aielli, magistrato del Tribunale di Latina. “I colleghi magistrati del Tribunale di Latina annunciano il decesso del giudice Lucia Aielli – si legge – le esequie si terranno il 28 novembre”. Una minaccia in piena regola, quella apparsa sui muri del capoluogo pontino. Alcuni dei manifesti erano affissi anche nelle vicinanze del liceo frequentato dalle figlie del giudice, impegnato in processi contro le infiltrazioni mafiose ed in passato contro il clan nomade Di Silvio e già vittima in passato di altre minacce, compresa una misteriosa “incursione” nella sua abitazione. Sull’atto intimidatorio indaga la Digos mentre sono in corso accertamenti tecnici della Polizia scientifica sui manifesti.

In molti hanno espresso solidarietà al magistrato: dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti al presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, dal sottosegretario di Stato alle Riforme e ai rapporti con il Parlamento Maria Teresa Amici, al presidente del Consiglio regionale presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori. “I finti manifesti mortuari – ha commentato Zingaretti – sono una macabra provocazione non solo all’indirizzo di un magistrato impegnato in prima linea contro le infiltrazioni mafiose nel capoluogo pontino ma di tutti coloro che si battono per far accendere i riflettori sulla criminalità organizzata ormai presente nel tessuto economico di questo territorio. Un fenomeno sul quale continueremo a tenere alta la guardia, anche grazie al lavoro che stiamo portando avanti insieme all’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio”.

Per la Bindi i finti manifesti “sono il messaggio inquietante di una criminalità organizzata sempre più arrogante e pericolosa. La Commissione parlamentare Antimafia sarà presto a Latina per approfondire la situazione nel sud del Lazio”. “Siamo al suo fianco e a quello di tutta la magistratura di Latina – ha detto il sottosegretario Amici – per l’impegno per la legalità”. Per Leodori è “un segnale inquietante che non va sottovalutato”. Il capogruppo Pd alla Regione Lazio Marco Vincenzi ha ricordato: “Non è la prima volta che succede. Già in passato il magistrato, impegnato in inchieste giudiziarie particolarmente delicate, è stato bersaglio di minacce e atti intimidatori”. Infine il senatore Claudio Moscardelli, componente della commissione Antimafia ha annunciato che presenterà una interrogazione al ministro dell’Interno Alfano “per conoscere quali provvedimenti intende adottare per tutelare e favorire il lavoro dei giudici più esposti, in provincia di Latina”.

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