La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo contro ignoti, per le minacce ricevute, via web e non solo, dal responsabile economico del Pd Filippo Taddei, destinatario di alcune intimidazioni che sarebbero riconducibili agli atti del Governo in materia di riforma del lavoro. Il fascicolo è aperto da alcuni mesi e non vede al momento nessun iscritto nel registro degli indagati. Tra le intimidazioni ricevute da Taddei anche alcuni squilli di telefono anonimi. Intanto, all’esponente Pd il Viminale ha assegnato un servizio di tutela per la sua sicurezza personale.

“Le minacce ricevute da Filippo Taddei”, hanno commentato Giuseppe Civati e i responsabili dell’associazione Possibile, “per il suo ruolo nel Partito Democratico e per le sue posizioni a proposito della riforma del mercato del lavoro sono gravi e inaccettabili. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza a lui e alla sua famiglia, a nome di Giuseppe Civati e di tutte le persone che negli anni hanno avuto in Filippo un compagno di strada e hanno condiviso con lui un lungo percorso. Anche se oggi, proprio sul Jobs act, ci troviamo su posizioni diverse, vogliamo dire con chiarezza che nessuna forma intimidatoria è giustificabile, mai. Invitiamo tutti a restare nei confini e nel merito di un confronto anche duro ma sempre democratico, dialettico, civile, e condanniamo con fermezza assoluta qualsiasi forma di intimidazione e di violenza, che non farebbe altro che portarci molto lontani dagli obbiettivi che ci siamo dati e a un clima sociale che nessuno di noi vuole veder rivivere in questo Paese”.

Articolo Precedente

Ribellione, resistenza e antifascismo: quando le parole hanno un futuro

next
Articolo Successivo

Sciopero sociale Bologna, cortei di studenti e sindacati in piazza

next