E’ l’opera pubblica più costosa dal dopoguerra, ma è impraticabile per i disabili con carrozzina. Un dislivello di quasi otto centimetri fra la banchina e il treno della Metro C di Roma impedisce alle carrozzine l’accesso ai vagoni. Se non con l’aiuto di un addetto o un accompagnatore. E’ la triste scoperta a pochissimi giorni dall’inaugurazione (con l’inconveniente di un treno fermo per quattro stazioni) della nuova linea di metropolitana della Capitale. Le telecamere de ilfattoquotidiano.it hanno accompagnato Alessandro Crescenzi, disabile in carrozzina elettrica, nel viaggio sul primo tratto della linea verde: 15 stazioni per 12,5 km per un costo complessivo stimato attorno ai 3,7 miliardi di euro (nel 2007 l’appalto fu aggiudicato per un prezzo di 2,7 miliardi poi il costo è lievitato fra rallentamenti e ricorsi). Si parte dalla fermata Finocchio, a pochi passi dall’abitazione di Crescenzi. Una volta in banchina è necessario chiamare un addetto dell’Atac, l’azienda del trasporto locale romano, per salire il gradino ed entrare finalmente nel treno. “Ma con tutto quello che è costata questa maledetta metro – si infuria Crescenzi – ci avrebbero pagato il taxi e pure il maggiordomo”. Per non parlare degli ascensori, quello di Grotte Celoni, ad esempio, è fuori servizio. “Ieri è venuto mio padre a trovarmi in stazione e ha notato subito il gradino, qui per ora un disabile da solo non sale. E’ un problema lampante – dice un addetto dell’azienda – lo abbiamo segnalato e credo che cercheranno di risolverlo”. “Ci credo poco – è il commento di Crescenzi – se si volesse eliminare questo dislivello, i costi lieviterebbero ancora di più. Quello che so è che non prenderò la Metro C, se non mi aiuta qualcuno sul treno non salgo”. Tra i primi a esprimere critiche sulle barrire architettoniche era stato a La Repubblica l’assessore allo Sport del Comune di Roma Luca Pancalli (anche lui disabile in carrozzina) che aveva ha spiegato: “Difficile la fruizione per chi non è autonomo, il dislivello tra la banchina e il treno crea problemi alle persone disabili. Quando c’è tanta gente però non c’è il dislivello perché il peso mette allo stesso livello la banchina con il treno”. Ma gli addetti dicono il contrario di Annalisa Ausilio
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