Wifi in aeroporto: perché non c’è?
Siete in aeroporto, di corsa, perché il traffico vicino agli snodi delle autostrade è sempre bloccato. Sulla vostra carta di imbarco vi viene consigliato di arrivare circa 3 ore prima, un lasso di tempo irragionevole considerando quante procedure ci sono effettivamente da sbrigare, ma vi affrettate, e siete puntuali. Una volta lì, rispetto al vostro terminal il gate è sempre dall’altra parte dell’aeroporto. Percorrete tutte le sale, finchè non arrivate ai controlli di sicurezza. Li superate, e la porta di imbarco del vostro aereo è almeno ad altri 5-10 minuti a piedi di distanza.
Una volta arrivati, avete una ulteriore fila (con una sola porta d’accesso) e di solito il Wi-Fi è a pagamento e non ci sono prese per caricare Pc o smartphone.
Bene, questo è lo scenario che più o meno vive ognuno di noi quando è in partenza, con aeroporti che hanno cominciato a distanziarsi da questo modello e altri che invece lo integrano perfettamente. Pensate siate vittima di un disservizio? Vi sbagliate.
Se andate a curiosare nei bilanci degli aeroporti, la bigliettazione (e quindi il passeggero) è solo una delle voci di rilievo. Un’altra delle attività di bilancio che pesano per il 25% mediamente è rappresentata dalla voce “Non Aviation”, ovvero tutte le attività legate ai servizi commerciali. Ecco allora che tutto si spiega, gli aeroporti e le loro scadenze sono pensati e disegnati dagli architetti non solo per i passeggeri, ma anche per i negozi.
I punti A e B sono sempre molto distanti tra loro cosi che potrete passare tra i negozi. Il Wi-Fi non è ben visto perché vi distrarrebbe dalle vetrine, cosi come caricare il vostro computer. Gli accessi ai gate sono sempre a fila unica perché le persone siano più portate a distrarsi in attesa dell’imbarco, invece di mettersi subito in fila ed entrare in aereo.
Ecco perché padroneggiare il marketing, online o retail che sia, è diventato uno degli strumenti più importanti per comprendere la realtà ci circonda.
Grazie alla rivoluzione del marketing online, alcuni di questi paradigmi, tipici degli anni ’90, stanno cambiando, e l’aeroporto, soprattutto internazionale, sta evolvendo verso un modello più orientato ai cittadini che al retail, ma c’è ancora tanta strada da fare.
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