Hervé Gourdel, il turista francese rapito lunedì in Algeria da un gruppo di sostenitori dell’autoproclamato califfato islamico, è stato decapitato. Il video che mostra l’esecuzione del 55 enne è stato diffuso su alcuni profili Twitter di simpatizzanti dell’Isis con il titolo “Messaggio di sangue per il governo francese”. Nel filmato, 4 jihadisti di Jund-al-Khilafa, movimento legato ad Al Qaeda nel Maghreb (Aqim) che ha manifestato la volontà di sostenere la lotta dello Stato Islamico, leggono un messaggio in arabo probabilmente rivolto al governo francese, colpevole di non aver ascoltato l’avvertimento lanciato in un altro video girato subito dopo il rapimento dell’uomo. Nella prima clip diffusa, i terroristi, per bocca dello stesso ostaggio, avevano ordinato al presidente della FranciaFrançois Hollande, di fermare immediatamente i raid aerei in Iraq nell’ambito della missione condotta dalla coalizione anti-Isis. Secondo lo specialista del mondo arabo, Naoufel Brahimi, intervistato da France Info, il turista in gita nel paese nordafricano sarebbe stato individuato e catturato dai jihadisti a causa degli spostamenti che l’uomo aggiornava sul suo profilo Facebook. A confermare l’uccisione del 55enne è lo stesso Hollande, che parla di assassinio “vile e crudele”. 


Nel video, della durata di 4 minuti, i jihadisti leggono un comunicato in arabo in cui, probabilmente, elencano le motivazioni per cui hanno sequestrato e, successivamente, ucciso l’ostaggio. I terroristi avevano chiesto a Hollande di fermare le operazioni militari in Iraq ma , non accontentati, hanno deciso di decapitare l’ostaggio. Prende la parola anche lo stesso Gourdel che lancia un ultimo messaggio alla famiglia, chiamando i suoi parenti nome per nome, ma l’audio del video si interrompe. Prima di giustiziare il 55enne francese, i miliziani dicono che quella che stanno compiendo “è la vendetta per l’aggressione crociata francese al Califfato”.

Il governo francese aveva da subito dichiarato che non si sarebbe fatto impressionare: “Non ci faremo intimidire, non cederemo alle loro minacce. Continueremo a sostenere il governo iracheno”, aveva assicurato il ministro degli Esteri Laurent Fabius. Nei giorni scorsi i presidenti di Francia e Algeria si erano subito sentiti per iniziare le ricerche dell’uomo: “Le autorità algerine – ha dichiarato il presidente francese – stanno già collaborando con noi per liberare l’ostaggio”. Il governo algerino aveva mobilitato 1500 soldati in Cabilia, nel nord del paese, dove Gourdel è stato rapito. 

Jund-al-Khilafa, il gruppo di cui fanno parte i terroristi che hanno rapito Gourdel, è affiliato ad Al Qaeda nel Maghreb (Aqim). Nei giorni precedenti al sequestro, un gruppo legato alla stessa cellula qaedista ha manifestato la volontà di unirsi alla causa dello Stato Islamico e diventare l'”avamposto” del califfato in Nord Africa. Il fatto che, all’inizio del primo video diffuso dai sequestratori, venisse trasmesso il discorso dell’autoproclamato califfo, Abu Bakr al-Baghdadi, lascia pensare che si tratti del solito gruppo che ha giurato fedeltà all’Isis, nonostante il rifiuto da parte dei miliziani che hanno conquistato territori in Iraq e Siria. Se così fosse, l’organizzazione starebbe cercando di avvicinarsi ai combattenti dello Stato Islamico che, con il loro aiuto, potrebbe ritagliarsi una fetta di potere nell’area del Maghreb.

Quella di Hervé Gourdel è la quarta decapitazione in poco più di un mese per mano dei miliziani dell’Isis o, come in questo caso, di simpatizzanti. Il primo a essere ucciso dai terroristi del califfo è stato James Foley, reporter americano rapito in Siria nel novembre 2012 e giustiziato il 19 agosto scorso. Tuta arancione, simile a quella dei prigionieri di Guantanamo, in ginocchio in mezzo a una zona desertica con a fianco il boia John. Questa scena, iniziata con l’omicidio di Foley, si ripeterà per altre due volte, con la decapitazione di Steven Sotloff e con quella di David Haines. L’uccisione di Gourdel, invece, è completamente diversa, almeno per quanto riguarda la presentazione del video, rispetto alle 3 precedenti, proprio perché non è stata organizzata direttamente dai fondamentalisti dell’Isis. Il discorso dei miliziani non è in inglese, ma in arabo, e lo scenario è totalmente diverso: il prigioniero non si trova in mezzo al deserto, ma sulle montagne del nord dell’Algeria, non indossa una tuta arancione, bensì i suoi vestiti, e gli assassini non hanno la classica tenuta nera dell’Isis. Adesso, l’ostaggio che i terroristi hanno indicato come la loro prossima vittima è Alan Henning, un cooperante originario di Manchester, in Inghilterra.

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