Saper indossare i panni di qualcun altro è una capacità rara e una virtù preziosa. Se poi l’altro è una persona che soffre di disagio psichico lo sforzo è doppio. Così, a oltre 30 anni dalla legge 180, meglio conosciuta come “legge Basaglia” che ha imposto la chiusura dei manicomi, a Pesaro è stato organizzato un percorso per permettere a tutti di immergersi e vivere la realtà della malattia mentale. Un’esplorazione inedita attraverso luoghi, suoni, odori e storie, con lo scopo di avvicinarsi a un universo ancora troppo sconosciuto, poco compreso e poco rispettato, spesso guardato con timore. L’iniziativa si chiama “Stamattina ho messo le tue scarpe” e dura due giorni, sabato 20 e domenica 21 settembre nella campagna tra Pesaro e Fano.

Ideato e diretto da Elena Mattioli e Flavio Perazzini, del collettivo LeleMarcojanni di Ferrara, e prodotto dalla Cooperativa sociale Alpha, associazione di volontariato che cerca di integrare i servizi del Dipartimento di salute mentale, l’evento è alla sua seconda edizione, dopo il debutto del 2012. E’ nato con l’obiettivo di accorciare, almeno per un giorno, la distanza tra la quotidianità della maggioranza delle persone e quella di chi soffre di un disagio psichico. Anche se il risultato dipenderà molto dalla sensibilità e dall’approccio di ciascun partecipante. “Avere la possibilità di avvicinarsi al mondo della malattia mentale attraverso una narrazione mediata è un modo per conoscere, approfondire, capire” spiegano gli ideatori del gruppo Lele Matcojanni.

Il viaggio dura mezza giornata ed è diviso in tre tappe: assenza, scoperta e ritorno. Nella prima fase i partecipanti, in solitudine e guidati dalla propria sensibilità, si immergono nella struttura riabilitativa residenziale di Bevano, per un giorno svuotata dei suoi ospiti e dei suoi pazienti. “Nell’assenza, sono gli spazi a raccontare attraverso segni e oggetti, pieni e vuoti, le storie e gli stati d’animo di chi li abita” . Una volta lasciata la struttura le persone vengono accompagnate nel centro di Pesaro. Qui le facciate di palazzi e muri di appartamenti diventano schermi, sui quali viene proiettato il documentario 4.920, lavoro firmato da Elena Mattioli e Flavio Perazzini. Si tratta di un videoracconto in cui gli ospiti della struttura riabilitativa di Bevano rivelano la propria relazione con il disagio mentale. “Il documentario costruisce un cammino di narrazioni dentro la città a cui occorre tendere l’orecchio, da cercare nello scorrere della routine quotidiana”. Alcune storie raccolte sono state riscritte da LeleMarcojanni e trasposte in immagini dall’illustratore lombardo Giordano Poloni.

Infine il ritorno: l’esperienza emotiva dei partecipanti viene ricostruita razionalmente. “Ognuno è invitato a prendere parte ad un momento di confronto collettivo: le sensazioni vissute nei momenti precedenti sono rielaborate e tradotte in materia di dibattito, al quale partecipano specialisti rappresentanti delle realtà coinvolte e autori attivi in ambito scientifico e culturale chiamati, a introdurre il proprio punto di vista sul tema”. Tra gli ospiti Matteo Farinella, neuroscienziato con la passione del fumetto e autore di Neurocomic, romanzo grafico che racconta cosa succede all’interno della nostra mente. Confermata la presenza anche di Antonio Ferrara, scrittore di libri per ragazzi. Sua “Batti il muro”, una storia legata a Pesaro e all’ex manicomio della città. La partecipazione all’evento è libera e gratuita.

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