L’Aventino del M5s viene sospeso giusto il tempo di far venire un brivido alla maggioranza che sostiene il disegno di legge sulle riforme costituzionali. Su un emendamento di Felice Casson, proprio colui che a ilfattoquotidiano.it ha detto che l’abbandono dei lavori dei grillini è stato un errore, è finita 143 a 141 con il voto segreto. Si trattava di una proposta di modifica che avrebbe mantenuto tra i poteri del Senato quello di votare amnistia e indulto (che invece saranno materia solo della Camera). Tre senatori “dissidenti” del Pd, tra l’altro, erano assenti in Aula: Corradino Mineo, Massimo Mucchetti e Paolo Corsini. La loro presenza ed il loro voto favorevole avrebbe messo in minoranza il governo. “Io mi ero allontanato per un problema di famiglia. Non sapevo del voto segreto e non mi hanno raggiunto in tempo – ha spiegato Mineo – Mucchetti non c’è per un’assenza seria e nota anche a Chiti. Corsini ha la febbre a quaranta. Comunque, il dato politico è che hanno perso il controllo del Senato – conclude – Quando non c’è il ricatto rischiano di andare sotto. Questa è una legge brutta, voglio votare contro e spero che il referendum la bocci”.

Nel resto della giornata i banchi del Movimento Cinque Stelle sono stati vuoti così come accaduto nella giornata di ieri e nonostante l’appello avanzato oggi da Sel. Poco prima della ripresa dei lavori era stato lo stesso capogruppo Vito Petrocelli a spiegare l’assenza: “Non è avvenuto nulla di nuovo, non cambiamo idea”. Questo ha agevolato i lavori del Senato, visto che sono stati approvati articoli in serie. Tanto che già giovedì prossimo potrebbe avvenire l’approvazione e in quell’occasione, secondo fonti di Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi sarebbe intenzionato a intervenire in Aula a Palazzo Madama.

Hanno ripreso il proprio posto al Senato, invece, i senatori della Lega Nord. “Siamo rientrati per senso di responsabilità – dice all’Ansa il capogruppo Gian Marco Centinaio –  da oggi si discute di Titolo V e quindi di federalismo e noi, in quest’ambito, porteremo avanti le nostre proposte. In Aula a questo punto ci aspettiamo che si faccia vedere anche il premier”. In precedenza era stata Sel a fare appello alle altre forze di opposizione a tornare in Aula per contrastare gli altri articoli di questa riforma. Da qui fino all’approvazione finale, peraltro, non ci saranno più voti segreti. Tra gli articoli approvati il “divieto” di decreti omnibus, la possibilità del presidente della Repubblica di rimandare indietro leggi per modificarne anche solo una parte e l’analisi della Consulta sulla legge elettorale.

CRONACA ORA PER ORA 

19.52 – Ok all’articolo 20, al Senato commissione d’inchiesta solo su autonomie
Il Senato ha approvato l’articolo 20 al ddl Riforme in materia di inchieste parlamentari. Il nuovo articolo della Costituzione, l’82, stabilisce che “la Camera dei deputati può disporre inchieste su materie di pubblico interesse. Il Senato della Repubblica può disporre inchieste su materie di pubblico interesse concernenti le autonomie territoriali. A tale scopo – prevede ancora l’articolo – ciascuna Camera nomina fra i propri componenti una Commissione. Alla Camera dei deputati la Commissione è formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari gruppi. La Commissione d’inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria limita alla sola Camera le competenze in materia di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali.

19.51 – M5s sospende Aventino e vota emendamento Casson
Il gruppo M5s ha sospeso per un attimo l’Aventino sulle riforme per partecipare al voto segreto sull’ emendamento Casson che manteneva al Senato la possibilità di votare su materie delicate come l’indulto e l’amnistia. L’ emendamento Casson non è passato per due soli voti, grazie anche all’apporto dei pentastellati. Governo e maggioranza anche per questo si erano rimessi all’Aula, temendo la sconfitta.

19.38 – Il Senato approva l’articolo 19: ratifica dei trattati solo alla Camera
Via libera dell’Aula del Senato all’articolo 19 del ddl riforme con 204 sì, 28 voti contrari e 7 astenuti. L’articolo prevede che l’autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali sia competenza esclusiva dell’Aula modificando così l’art. 80 della Carta. Secondo l’art. 18 leggi che autorizzano la ratifica dei trattati relativi all’appartenenza dell’Italia all’Ue sono invece approvate da entrambe le Camere.

19.25 – Sì all’articolo 18 su voto su amnistia e indulto
Via libera finale dell’Aula del Senato all’art. 18 del ddl riforme, che assegna alla mera Camera dei deputati il potere di concedere con legge l’amnistia e l’indulto. Il sì dell’Aula – scontato dopo la bocciatura con voto segreto dell’emendamento Casson che ne prevedeva la soppressione – giunge con 191 voti favorevoli, 35 contrari e 14 astenuti.

19.20 – No all’emendamento Casson per due voti, voto amnistia e indulto solo alla Camera
Il futuro Senato non avrà il potere di concedere “a maggioranza dei due terzi” l’amnistia e l’indulto, che resta appannaggio della mera Camera dei deputati. L’Aula, con voto segreto, ha infatti bocciato con 143 voti contrari, 141 a favore e 3 astenuti l’emendamento Casson che prevede la soppressione dell’articolo.

19.02 – Approvato l’articolo 17, sullo stato di guerra decide solo la Camera
Via libera dell’Aula del Senato all’art.17 del ddl riforme con 192 sì, 30 voti contrari e 15 astenuti. L’articolo dà alla mera Camera dei deputati – e non quindi al Senato delle autonomie – il potere di deliberare lo stato di guerra e conferire al Governo i poteri necessari.

18.28 – Via libera all’articolo 16, no ai decreti omnibus
Via libera dell’Aula del Senato all’art. 16 del ddl riforme. Il sì dell’Assemblea giunge con 205 voti favorevoli, 34 contrari, 9 astenuti. L’articolo disciplina la modifica dell’art. 77 sulla decretazione d’urgenza prevista dalla Costituzione ed esclude, in sostanza i decreti omnibus. La norma esclude i decreti omnibus obbligando i dl a recare “misure di immediata applicazione e di contenuto specifico, omogeneo e corrispondente al titolo”. Il solo emendamento approvato all’articolo è il 16.16 a firma dei relatori.

18.06 – Ok a articoli 13 e 14. Sì a giudizio preventivo della Consulta su leggi elettorali
Arriva il sì di palazzo Madama all’articolo 13 del ddl riforme, che disciplina la modifica degli art.73 e 134. Il via libera dell’Aula giunge con 210 voti favorevoli, 28 voti contrari e 10 astenuti. L’articolo 13 del ddl disciplina la modifica degli art.73 e 134 della Costituzione, riguardante la promulgazione delle leggi. “Le leggi che disciplinano l’elezione dei membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica possono essere sottoposte, prima della loro promulgazione, al giudizio preventivo di legittimità costituzionale da parte della Corte costituzionale su ricorso motivato presentato da almeno un terzo dei componenti di una Camera, recante l’indicazione degli specifici profili di incostituzionalità. La Corte costituzionale si pronuncia entro il termine di un mese e, fino ad allora – continua il testo – resta sospeso il termine per la promulgazione della legge. In caso di dichiarazione di illegittimità costituzionale, la legge non può essere promulgata”. In sostanza l’articolo prevede che ci sia un giudizio preventivo di costituzionalità sulle leggi elettorali da parte della Corte Costituzionale.  L’Aula del Senato ha approvato anche l’articolo 14 del ddl costituzionale sulle riforme con 212 voti a favore, 22 contrari e 11 astenuti. Il testo modifica l’articolo 74 della Carta che disciplina ancora la promulgazione delle leggi. L’articolo 14 dà potere del Presidente della Repubblica di chiedere una nuova deliberazione alle Camere, prima di promulgare una legge, anche limitatamente a specifiche disposizioni.

17.49 – Accantonati emendamenti su procedimenti legislativi
Su richiesta della relatrice Anna Finocchiaro, l’Aula del Senato rinvia la votazione degli emendamenti all’art. 10 e la discussione degli emendamenti agli articoli 11, 12, 15. “Io e il correlatore Calderoli avremmo bisogno di un margine di tempo”, spiega Finocchiaro sottolineando come si tratti di articoli che trattano materie particolarmente delicate nell’ambito del ddl e ricordando la recente assenza di Calderoli, a causa di un grave lutto familiare.

17.34 – Da ora solo un voto segreto, tutti gli altri palesi
Da qui fino all’approvazione finale del ddl riforme al Senato resta solo un voto segreto agli emendamenti al testo, quello riguardante l’amnistia e indulto, materia che il ddl assegna esclusivamente alla Camera dei deputati. E’ quanto spiega il presidente del Senato Pietro Grasso, replicando ad una sollecitazione del senatore Felice Casson. “La presidenza conferma che la votazione degli emendamenti sarà a voto palese, ad eccezione dell’emendamento 18.1”, afferma Grasso.

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