Ogni volta che vedo Nunzia De Girolamo in un talk show o leggo una sua intervista mi confermo nell’idea che la realtà in Italia è diventata ormai un universo parallelo rispetto alla rappresentazione dei media.

Oggi La Stampa pubblica le dichiarazioni dell’ex ministro delle Politiche agricole del Governo Letta: “La differenza tra me e Beatrice Lorenzin”, spiega De Girolamo, “è che io mi sono dimessa da ministro mentre lei è rimasta lì perché, dopo essere saliti tutti insieme sulla nave Italia per metterla in sicurezza, lei vuole accomodarsi in prima classe e prolungare all’infinito il viaggio con Renzi”. Il ministro della Salute, per carità di patria e di partito (Ncd), si limita a dire “non siamo usciti dal Pdl per restare al governo ma perché il Pdl stava prendendo una deriva estremista che io non ho esitato a definire Alba dorata” e chiude con un tweet mieloso e falso (dunque perfetto per la realtà parallela dei giornaloni, che infatti lo rilanciano con enfasi sui loro siti): #nunziativogliobene a cui verrebbe da rispondere con altri hastag come #chissenefrega o #Beatricetranquillacicrediamo.

 

Insomma, in questa realtà parallela in cui sguazzano i cronisti politici dei giornaloni la contesa è alta e si chiude sempre con un abbraccio tra compagni di partito, come un tempo accadeva dopo le liti tra Berlinguer e Napolitano nel Pci. In questa realtà parallela frequentata dai giornaloni le entrate e le uscite dei Governi sarebbero dovute a nobili motivazioni. Un marziano che leggesse solo questa stampa sarebbe indotto a credere che un ministro è rimasto per ostacolare la deriva del Pdl verso il modello neonazista greco mentre l’altro andava via perché la nave Italia era ormai in sicurezza. L’amore per la poltrona del primo ministro e la paura di essere sfiduciata davanti alle telecamere per il secondo, non hanno disturbato minimamente queste decisioni tormentate, ovviamente.

Parallela a questa realtà mediatica impregnata di motivazioni ideali e di alta politica scorre la miseria della realtà fattuale. In questo mondo poco praticato dai cronisti politici dei grandi giornali a noi è capitato di vedere qualcosa di diverso: Nunzia De Girolamo è stata costretta alle dimissioni dopo la pubblicazione sul Fatto di un’inchiesta giornalistica che partiva dalle registrazioni (depositate negli atti di un’indagine della Procura di Benevento ma ignorate dai grandi giornali) delle sue conversazioni nella sua casa di famiglia. Quelle registrazioni, carpite da uno dei suoi interlocutori a futura memoria, svelavano le sue pressioni per influenzare i manager della Asl di Benevento e per favorire un suo parente nella gestione di un bar dell’ospedale Fatebenefratelli.

Basta leggere le cronache di quei giorni per avvedersi che Nunzia De Girolamo non si è dimessa quando “la nave Italia” è stata messa in sicurezza. “Il marinaio De Girolamo” è stato indotto a scendere dal ponte perché il suo comportamento, rivelato dal lavoro egregio del nostro Vincenzo Iurillo, non era degno nemmeno di una nave sgangherata come l’Italia di Enrico Letta.

Allora De Girolamo aveva smentito di essere indagata ma nei primi giorni di luglio l’ex ministro ha ricevuto la proroga delle indagini dalla Procura di Benevento e i giornali ne hanno dato notizia. Solo in Italia, nemmeno un mese dopo avere ricevuto notizia ufficiale del suo status di indagato, un politico può riuscire a trasformare la macchia delle sue dimissioni in una medaglia scintillante da mostrare con orgoglio ai colleghi e alla stampa.

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