Per arrivare a Rovereto si attraversa la Vallagarina, valle caratterizzata da ampie distese di vigneti e attraversata dal fiume Adige, in passato importante asse commerciale tra Veneto e Trentino-Alto Adige, soprattutto per il trasporto della seta, principale attività del territorio fino a metà Ottocento. Arrivando in città la prima cosa che salta all’occhio è l’enorme circuito di piste ciclabili e la miriade di pannelli fotovoltaici sui tetti delle case. Importante polo industriale è entrato poi in crisi nel 2008 con la chiusura della più grande fabbrica del territorio: la Manifattura Tabacchi, industria del tabacco che dava lavoro a ben 3mila persone, in un Comune di quasi 40mila abitanti. Ed è proprio da qui, dalle ceneri di quella fiorente attività che è partito un mega e coraggioso progetto di rilancio dell’economia locale improntata tutta sull’ecosostenibilità, proprio nello spirito di quella valle verde. È il progetto Manifattura, iniziativa volta a trasformare i 90mila metri quadrati della sede storica della fabbrica di tabacco in un centro di innovazione industriale nei settori dell’edilizia ecosostenbile, dell’energia rinnovabile e delle tecnologie per l’ambiente. Un investimento di circa 100 milioni di euro, ottenuti dalla Provincia autonoma di Trento attraverso i fondi Fas – Fondo per le aree sottoutilizzate –, che trasformeranno quell’area in un contenitore-comunità di aziende green, con tanto di centro ricerche, corsi di formazione continui, mensa, asilo e addirittura palestra. Un unicum in Italia per genere e grandezza.

Potranno entrare a far parte della rete aspiranti imprenditori, startup o imprese già mature legate al mondo della ecosostenibilità. Per i primi, il percorso prevede 12 mesi di formazione, durante i quali consulenti ed esperti di comunicazione e marketing aiuteranno l’aspirante imprenditore a elaborare un progetto di imprenditoria efficiente ed efficace per il mercato. Dopo questi mesi, l’imprenditore passa alla fase “b”, quella della Innovation Factory, dove le aziende occuperanno spazi ad uso ufficio o laboratori per portare avanti la propria impresa. Il tutto contornato di una miriadi di servizi e dall’utilità della community. Attualmente sono 40 le imprese entrate a far parte del progetto, tra designer di interni che riciclano cartelloni pubblicitari per fare poltrone a ingegneri esperti che stanno brevettando un compattatore di rifiuti domestico. E ancora imprese di bioedilizia o di tecnologia bio per la risoluzione del dissesto idrogeologico

Il recupero della Manifattura, progettato da un team internazionale di cui fa parte anche il giapponese Kengo Kuma, verrà ultimato nel 2018. Il progetto architettonico è chiaramente “green”: include tetti verdi, pari a 28mila metri quadrati, spazi modulabili e sistemi di fitodepurazione. L’energia elettrica verrà prodotta da una centrale biomasse e dal fotovoltaico, mentre per l’acqua saranno installate cisterne sotterranee per il recupero dell’acqua piovana. Inoltre si stima che ci sarà un abbattimento dell’utilizzo di energia – grazie alle tecnologie impiegate – del 70%. Ma non finisce qui, perché è in fase di progettazione anche un travel plan, ossia un piano di mobilità volta a dimezzare i posti auto e a incentivare l’uso di mezzi alternativi. Tra le strategie di Manifattura: una navetta che colleghi il centro alla stazione, il car sharing gratuito per i dipendenti – già in essere – e parcheggi a pagamento. In questo modo i posti auto potrebbero passare da 1600 a soli 600. Insomma, Rovereto, sede nei giorni scorsi del primo Power Shift Italia – meeting di ambientalisti italiani – ha giocato la sua carta e investito tutto sull’ambiente.

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