“Non so le altre, noi passiamo di sicuro…”. Considerando chi sono le altre (Italia, Inghilterra e Uruguay), e chi il noi (la Costa Rica), le parole del ct Juan Luis Pinto strappano per forza un sorriso. Ma bisognerà fare attenzione a non sottovalutarle troppo: perché se è vero che le chance di qualificazione dei Ticos sono ridotte al lumicino, proprio loro potrebbero essere l’ago della bilancia del girone più difficile dei Mondiali. In Brasile la Costa Rica si presenta con i panni della classica cenerentola: non tanto per il valore assoluto della rosa, medio-basso ma comunque superiore ad altre realtà, quanto per lo sfortunato sorteggio che l’ha accoppiata a tre nazionali vincitrici della Coppa (caso unico nel torneo in uno stesso gruppo).
Torna ai Mondiali dopo l’assenza del 2010 (quando fu eliminato nello spareggio interzona dall’Uruguay), ma ha alle spalle una storia discreta nella manifestazione iridata: è alla quarta partecipazione, fuori al primo turno nel 2002 e nel 2006, con il miglior risultato al debutto, proprio a Italia ’90, quando riuscì a superare il girone eliminando Scozia e Svezia, per poi perdere agli ottavi contro la Cecoslovacchia con un secco 4-1. Ripetere quell’exploit, questa volta, sarà quasi impossibile. Ma la Costa Rica ha le armi per mettere in difficoltà le super potenze del girone. Soprattutto in attacco. Inghilterra, Uruguay e Italia faranno bene a guardarsi dal talento e dalla velocità di Joel Campbell e Bryan Ruiz. Due giocatori già pienamente affermati in Europa: entrambi esterni imprevedibili, rapidi e abilissimi nell’uno contro uno.
Campbell è un classe ’92, gioca nell’Olympiacos. Di lui si parla come di un predestinato da anni: alla Coppa America del 2011 c’erano tanti osservatori per vederlo giocare, anche italiani. Se lo assicurò l’Arsenal, che lo ha girato in prestito prima al Lorient in Francia e poi al Betis in Spagna. E’ esploso in Grecia, dove quest’anno ha vinto il campionato da protagonista e ha segnato anche in Champions League. Presto potrebbe tornare alla base in Premier League. Dove è già transitato il suo compagno di reparto Ruiz: ala veloce ed estremamente prolifica, si è imposto nel 2011 con il Twente in Olanda, con cui ha segnato 24 gol in campionato. Il Fulham lo ha comprato per quasi 15 milioni di euro, dopo tre stagioni altalenanti è tornato in Eredivisie al Psv Eindhoven, anche se sembra lontano dalla sua forma migliore.
Il tridente costaricano era completato da Alvaro Saborio, capocannoniere della nazionale nelle qualificazioni ai Mondiali, che si è infortunato in ritiro e salterà il torneo. Anche senza di lui, però, l’attacco a disposizione di Pinto fa paura. Molto meno gli altri reparti. La difesa a protezione di Keylor Navas, portiere di buon livello che gioca titolare nel Levante in Spagna, appare facilmente perforabile. E anche il centrocampo non offre grandi garanzie: l’elemento di maggior qualità è Christian Bolanos, che milita in Danimarca nel Copenaghen, e che quest’anno ha già affrontato la Juventus in Champions League. Pinto, dunque, si affiderà soprattutto alla coppia Campbell-Ruiz per tentare di fare lo sgambetto alle grandi del calcio mondiale. Tra sparate in conferenza stampa, concessioni sul sesso (“un rapporto regolare e non esagerato può solo far bene ai calciatori”) e restrizioni sui social network (banditi in ritiro perché “fonte di distrazione”) il ct di origini colombiane sa che la sua squadra potrebbe avere un ruolo da protagonista ai Mondiali in Brasile. Forse non passerà il turno: ma dovesse strappare un punto a Italia, Inghilterra o Uruguay, quasi sicuramente deciderebbe quale “big” sarà eliminata nel “girone della morte”.