“Nessun risparmio. Con l’abolizione di Aci Pra lo Stato spenderà tra i 22 e i 49 milioni di euro in più”. È il giudizio di Aci Informatica che, con uno studio dettagliato anche se sicuramente di parte, analizza la decisione del governo Renzi di fondere, in un unico archivio, i due elenchi delle immatricolazioni che l’Aci Pra e la Motorizzazione oggi gestiscono separatamente. Per il governo, quindi, c’è posto per un solo ente e per un solo archivio. E nel gioco di chi buttare giù dalla torre il vice ministro ai Trasporti, Riccardo Nencini, non ha dubbi: sarà sacrificato il Pubblico registro dell’Aci. In realtà non è una novità: già Romano Prodi aveva cercato, durante il suo governo, di sanare questa duplicazione. Ma il tentativo non gli riuscì. E il nuovo governo ci riprova. Il vice di Maurizio Lupi ha annunciato in un’intervista a Repubblica rilasciata ad aprile gli step dell’operazione.

I calcoli del governo – Secondo i calcoli di Nencini, per gestire il nuovo registro occorrono 130 milioni di euro a fronte dei 190 attualmente necessari per gestire il Pra. Dunque, con l’abolizione dell’Aci-Pra i vantaggi sarebbero molteplici: un doppio risparmio sia per lo Stato, 60 milioni di euro, sia per il singolo cittadino. Nencini ha detto infatti di voler limare da 36 a 25 euro il costo complessivo che l’automobilista deve pagare per ogni pratica al Pra e al ministero dei Trasporti: una riduzione di 11 euro a operazione. Il personale in eccesso all’Automobile club (2.500 dipendenti) passerebbe in carico al ministero, assicura Nencini. ”Se ci verrà detto che sono a rischio posti di lavoro faremo in modo di assorbirli senza traumi”, ha dichiarato il vice ministro. “I costi ridotti delle iscrizioni a 25 euro serviranno in parte a questa eventualità”. 

Ma secondo Aci i costi lievitano – Aci informatica sottolinea però che quest’operazione genera una diminuzione degli incassi per lo Stato da 282 a 186 milioni all’anno: 86 milioni in meno di entrate. E non comporta nessun risparmio, anzi: la spesa pubblica crescerebbe tra i 22 e i 49 milioni di euro. Perché, è il ragionamento sviluppato nel documento dei lavoratori Aci, è vero che il passaggio del Pra alla Motorizzazione ne aumenterebbe gli introiti di 217 milioni di euro, ma sul bilancio dello Stato verrebbe caricato il costo del personale del Pra, che ammonta a 121 milioni l’anno. Non solo: ci sarebbe un ulteriore aggravio legato ai cosiddetti “consumi intermedi”, come manutenzione ordinaria e costi di aggiornamento del personale. Un esborso che Aci Informatica quantifica nel 24,71% dei costi della Motorizzazione. Applicando la percentuale alle maggiori entrate (217 milioni) si ottengono spese per 32 milioni. Aggiungendo anche queste, il saldo finale è negativo, appunto, per 22 milioni. Che salgono a 49 se i consumi intermedi sono calcolati in rapporto al costo del personale.  

Un favore ai privati – In una tabella del documento si legge che nel 2013 il totale delle pratiche automobilistiche ammonta a oltre 11 milioni, di cui circa 2 milioni svolte direttamente presso gli sportelli Pra e solo 52mila presso la Motorizzazione. I numeri, dunque, dimostrano che l’automobilista preferisce rivolgersi al Pra. Per i lavoratori di Aci informatica questo dato dimostra il rischio che il cittadino, piuttosto che alla Motorizzazione, scelga di rivolgersi a un’agenzia privata, pagando in media 100 euro. Vanificando il supposto risparmio di 11 euro. Le agenzie private già occupano una fetta di mercato pari a oltre 6,5 milioni di pratiche: “I cittadini saranno costretti a rivolgersi alle agenzie d’intermediazione che chiedono per i propri servizi una cifra che va dai 50 euro (prime iscrizioni) a 120 euro (passaggi di proprietà). Il risultato è che quei 2 milioni di automobilisti risparmierebbero 11 euro ma pagherebbero 100 euro alle Agenzie”.

Le conseguenze sull’occupazione – La proposta del governo di cancellare il pubblico registro dell’Automobile club prevede l’assunzione di 2.500 lavoratori Aci direttamente nella pubblica amministrazione. E il timore dei dipendenti del comparto informatico è che i suoi 500 dipendenti restino senza lavoro, visto che il Pra per l’Aci informatica è l’attività prevalente e vale circa il 70% del bilancio. Mentre, nei progetti di Nencini, la gestione del nuovo archivio informatico sarà oggetto di una gara pubblica europea.

Per una pratica incassano in sei – Ma quanto costa in media oggi una pratica automobilistica? Ciascuno di noi paga 561 euro per un’immatricolazione e 588 euro per un passaggio di proprietà. Una torta spartita tra sei attori diversi: Aci incassa 27 euro, il ministero dei Trasporti ne preleva 49,6 per una nuova iscrizione e 9 per un trasferimento di proprietà. Le Poste incassano in media 4,50 per “imposte e oneri d’intermediazione” – cioè bollettini postali – mentre il ministero dell’Economia chiede due versamenti: “imposta di bollo su Pra” e “imposta di bollo su Motorizzazione”. Incamerando, in media, 64 euro. Poi ci sono le province, che intascano 365 euro, il 65% del totale, attraverso un’imposta di trascrizione. Infine le agenzie di pratiche auto che incassano dai 50 ai 120 euro a prestazione.

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