L’arresto di Francantonio Genovese può aspettare. Prima meglio far passare le elezioni europee del 25 maggio. La Camera respinge tutte le richieste del Movimento cinque stelle: prima quella di far saltare tutti gli ordini del giorno per arrivare subito al voto sulla richiesta di arresto del deputato Pd; poi, quella di andare avanti con una seduta-fiume per arrivare comunque al voto sul renziano, sui cui pendono le accuse di associazione a delinquere, riciclaggio, peculato e truffa formulate dalla procura di Messina. Così, la Camera rinvia a domani il voto finale sul decreto lavoro facendo slittare di conseguenza anche quello sulla sorte di Genovese. Insorgono i Cinque stelle: “Vogliono salvarlo”. Anche Lorenzo Dellai, capogruppo di Scelta civica, propone di rinviare tutto a domani. Di fronte all’impasse, il presidente della Camera, Laura Boldrini, si rimette ai gruppi parlamentari per decidere quando tenere il voto finale e l’Aula risponde rinviando l’esame a domani pomeriggio con 107 voti di differenza. Il 7 maggio scorso la Giunta delle autorizzazioni della Camera aveva autorizzato la richiesta di arresto per il deputato con una maggioranza formata da Pd, M5S e Sel: 12 i voti favorevoli, 5 quelli contrari all’arresto.

Grillo in un video sul suo blog: “Non lasciatelo scappare” – “Attenzione! C’è un potenziale latitante che si aggira per l’Italia. Si chiama Francantonio Genovese. Non lasciatelo fuggire“. Così Beppe Grillo ha postato nel pomeriggio un video sul suo blog ironizzando sul Genovese. “Lanciamo un appello alle forze di polizia, tenetelo d’occhio – aggiunge – Genovese “è un deputato del Pd, e da due mesi la magistratura chiede il suo arresto. Il suo partito gli ha già dato due mesi per inquinare le prove e per reiterare il reato e ora vuole rinviare il voto sul suo arresto a dopo le elezioni europee”, afferma ancora Grillo che ricorda: “Il Movimento 5 Stelle ha chiesto di votare subito, di non perdere altro tempo, per non essere costretti, poi, ad andare a ricercarlo. Magari in Libano. Anche lui. La maggioranza ha detto ‘no’. Quest’uomo, secondo le accuse, ha sottratto fondi pubblici per almeno 6 milioni di euro. Non lasciamolo fuggire”.

Perché il voto su Genovese  è slittato – In Aula la precedenza è stata data al voto sul decreto lavoro. Essendo in scadenza il 27 maggio, andava votato subito visto che la prossima settimana è previsto uno stop dei lavori parlamentari per gli ultimi giorni di campagna elettorale in vista delle europee del 25 maggio. Di fatto, però, il voto sul dl lavoro è slittato lo stesso. La richiesta di seduta fiume, oltre la mezzanotte avanzata dal M5s è stata bocciata dall’aula della Camera e la discussione sul dl Poletti non continuerà prima di domattina alle 9.30 quando con il voto degli ordini del giorno rimanenti, le dichiarazioni di voto e il voto finale, si arriverà a votare intorno alle 12.30. A seguire ci sarà una conferenza dei capigruppo che deciderà se proseguire con il voto di autorizzazione che riguarda Francantonio Genovese o esaminare il dl Lupi sulla casa.

Sel: “Macché ostruzionismo, il decreto lavoro va modificato” – Alle accuse di “ostruzionismo” mosse dal M5S, il gruppo di Sinistra ecologia e libertà ha risposto opponendo il concetto di “responsabilità”: “Da mesi, prima alla Camera poi al Senato e ora di nuovo alla Camera, stiamo conducendo una battaglia per modificare in meglio il decreto Poletti – ha spiegato la vicepresidente dei deputati di Sel Titti Di Salvo – Una battaglia per i lavoratori, i precari e i disoccupati”. Insomma, non è possibile, sostiene Sel, far passare un testo sul lavoro pieno di lacune solo per arrivare all’arresto di Genovese. Mentre il primo, infatti, ha una scadenza fissata tra 5 giorni, l’arresto può essere calendarizzato in qualsiasi altro momento. “Il Movimento 5 stelle attacca a noi perché stiamo conducendo una battaglia alla luce del sole solo perché il tintinnare di manette è più importante dei lavoratori, dei precari e dei disoccupati di questo Paese”. Di fatto però anche il voto sul decreto lavoro è slittato a domani.

‘Allarme garantisti’ nel Pd – Il voto della Camera a meno di due settimane dal voto europeo ha messo il Pd in grande difficoltà. Per un motivo principalmente: perché, si è detto in Transatlantico, comunque vada per Genovese, i Cinque stelle avranno da quel voto vantaggi per la campagna elettorale. Tanti se verrà arrestato; ancor di più se nella votazione segreta l’Aula negasse l’autorizzazione. Una possibilità che spaventa il Pd non così convinto di avere i voti necessari per l’arresto visto che, al suo interno, sarebbe corposa la presenza di “garantisti” sì disposti a votare un’autorizzazione a procedere, ma non l’arresto in sé e per sé creando un “caso Alfonso Papa anche nel Pd. Eletto alla Camera con il Pdl e coinvolto nello scandalo P4, Papa si fece 101 giorni di carcere, anche se il tribunale del Riesame successivamente dichiarò illegittimo quell’arresto. Papa fu il primo deputato ad andare in carcere dopo 25 anni: prima di lui bisogna risalire al caso di Massimo Abbatangelo, del Msi. 

Genovese, ex sindaco di Messina e campione delle preferenze (con 19.590 voti fu il più votato d’Italia alle primarie parlamentari del Partito democratico), è il primo parlamentare di questa legislatura, la XVII, per il quale è stato chiesto l’arresto. La procura messinese indaga su di lui dal giugno 2013 per truffa e peculato nell’ambito un’inchiesta sui finanziamenti alla formazione professionale, inchiesta che ha portato all’arresto tra gli altri della moglie Chiara Schirò.

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