Alberto Manenti è il nuovo direttore dell’Aise, il servizio segreto per la sicurezza esterna. La nomina, a quanto si apprende, è stata decisa dal presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso della riunione del Comitato interministeriale per la Sicurezza della Repubblica. Il generale Manenti è l’attuale vicedirettore dello stesso servizio. 

La nomina del direttore dell’Aise si stava trascinando da alcuni mesi. A fine febbraio scorso è infatti giunto alla conclusione il mandato quadriennale del generale Adriano Santini, che ha lasciato il servizio. In quei giorni c’e’ stato anche il cambio del governo con Matteo Renzi che ha preso il posto di Enrico Letta. La questione è stata così congelata e a guidare il servizio è stato chiamato con un incarico a tempo Paolo Scarpis, vicario di Santini. Ma anche Scarpis, ex questore di Milano, era arrivato in scadenza per raggiunti limiti di età.

Il neonominato è considerato tra coloro che meglio conoscono la macchina del servizio e rappresenta quindi una soluzione di continuità al vertice di quello che fu il servizio segreto militare. Il Cisr si è riunito questa mattina, presieduto dal Presidente del Consiglio, con la partecipazione del Sottosegretario con delega ai Servizi, Marco Minniti, e dei Ministri degli Esteri, Interno, Difesa, Giustizia, Economia e Finanze, Sviluppo Economico, con Segretario il Direttore Generale del Dis (lorganismo che vigila su Aise e Aisi), Giampiero Massolo

Nel corso della riunione del Cisr, si legge in un comunicato, “si è innanzitutto proceduto a una ricognizione dei più recenti sviluppi nei principali teatri di crisi internazionale. Ad un’articolata disamina delle possibili evoluzioni della situazione in Ucraina ha corrisposto, nel corso della riunione, la riaffermazione del massimo impegno del Governo nel contribuire, in tutte le sedi internazionali, a promuovere una soluzione diplomatica e negoziale alla crisi”. Ampio spazio, “è stato altresì dedicato alle prospettive del processo di stabilizzazione in Libia”. I membri del Comitato hanno concordato “sull’esigenza che entrambi gli scenari di crisi continuino a rivestire la più elevata priorità nell’agenda di Governo, in ragione delle loro possibili ripercussioni su un ampio novero di fondamentali interessi nazionali, con particolare riguardo alla sicurezza degli approvvigionamenti energetici ed al rischio di intensificazione dei flussi di immigrazione clandestina”.

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