Il gup di Trani ha rinviato a giudizio cinque dirigenti della società delle carte di credito American Express, di cui tre apicali, per usura e truffa continuata e aggravata ai danni di cittadini della provincia di Barletta-Andria-Trani. La decisione arriva nell’ambito di un’inchiesta sulle carte di tipo revolving (cioè quelle che permettono di comprare oggi e pagare in rate mensili, invece che a saldo il mese successivo) condotta dal pubblico ministero Michele Ruggiero e dalla Guardia di Finanza. Secondo l’accusa, sui prestiti realizzati attraverso la Gold Credit Card American Express venivano applicati tassi di mora (quelli previsti in caso di ritardo nei pagamenti) usurari. Il gup Francesco Messina ha respinto tutte le eccezioni preliminari sollevate dalla difesa sulla competenza e sulla giurisdizione della Procura di Trani.

Il rinvio a giudizio è stato disposto per Daniele Di Febo e Melissa Peretti,: il primo, oggi in JP Morgan, all’epoca dei fatti era a capo della funzione compliance (il controllo della conformità alle regole), la seconda, oggi vicepresidente marketing e small business, guidava l’area prodotti carte. Avevano invece chiesto e hanno ora ottenuto il giudizio immediato Giglio Del Borgo, Massimo Quarra e Francesco Fontana, quali responsabili di American Express. L’inchiesta è cominciata nel 2008 dopo la denuncia di un molfettese che, a fronte di un prestito di 2.600 euro per il quale non aveva pagato una rata di 129,43 euro, si era visto recapitare una richiesta di 686,54 euro, cioè oltre cinque volte il dovuto, con un tasso di interesse di mora molto superiore alla soglia – il 25,23% per il trimestre di riferimento – fissata dalla legge antiusura: secondo le perizie sfiorava il 250%. Nel processo sono costituiti parte civile l’Adusbef (Associazione per la difesa dei consumatori ed utenti bancari, finanziari ed assicurativi) nazionale e pugliese e alcuni clienti che si ritengono danneggiati. L’udienza dibattimentale si terrà il prossimo 18 settembre.

 

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