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McDonald’s lascia la Crimea e la Russia minaccia di boicottare la catena

L'azienda americana ha deciso di sospendere l'attività nella penisola contesa tra Mosca e Kiev e ha offerto ai dipendenti un nuovo posto di lavoro nei suoi ristoranti in Ucraina
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La guerra si combatte anche con gli hamburger. Dopo il braccio di ferro sulle sanzioni tra Obama e Putin per l’annessione russa della Crimea, si apre un nuovo fronte nella “guerra fredda” tra Mosca e Usa. McDonald’s, la più grande catena di fast food del mondo lascia la penisola contesa tra la Russia e Kiev. I suoi dipendenti, se vorranno, potranno avere un nuovo posto di lavoro nei ristoranti della catena statunitense in Ucraina. Le ragioni ufficiali della sospensione del servizio sono non meglio precisati “motivi industriali”. L’attività, è scritto nella nota pubblicata dall’azienda, riprenderà “appena possibile”. 

In risposta a questa decisione il leader ultranazionalista russo Vladimir Zhirinovski ha lanciato una campagna di boicottaggio dei locali McDonald’s in tutto il paese. In Russia la catena di fast food ha diverse centinaia di punti vendita, con un tasso di crescita e rendimenti molto alti. L’iniziativa rischia di danneggiare anche l’Italia dato che a produrre gli hamburger destinati ai ristoranti dello stato russo è il gruppo modenese Cremonini, leader nella produzione di carni.

McDonald’s ha chiuso i suoi ristoranti in Crimea. – Ha affermato Zhirinovski  – Questo è molto positivo. Desidero che faccia lo stesso qui. Darò istruzioni alle organizzazioni cittadine del mio partito di tenere manifestazioni vicino a tutti i suoi ristoranti”. Poi, ha ammonito, toccherà alla Pepsi Cola

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