Non si arrestano i crolli a Pompei. Dopo i due cedimenti avvenuti sabato 1 e domenica 2 marzo, a crollare è stato il muro di una bottega su via di Nola, nella Regio V, insula 7, civico 19. La bottega è adiacente a un’area non scavata: le forti piogge degli ultimi giorni hanno causato un piccolo smottamento del terreno, che premendo sull’edificio ha provocato la caduta di parte del muro. L’area, già chiusa al pubblico, è stata ulteriormente transennata.

I crolli registrati negli ultimi tre giorni all’interno degli scavi archeologici di Pompei “sono stati causati ancora una volta dal maltempo e dalle forti piogge, le stesse che hanno provocato danni in tante altre località. Questo avviene in un sito di età romana, con strutture antiche conservate anche in elevato, che sono alla luce da più di due secoli”. Lo dichiara il direttore generale Luigi Malnati, che in questo momento regge la Soprintendenza per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia. Malnati ricorda che “l’area archeologica di Pompei conserva circa 2 milioni di metri cubi di strutture murarie antiche, 17mila metri quadrati di intonaci, 12mila metri quadrati di pavimenti. La gran parte dell’area archeologica è oggetto del massiccio intervento del Grande Progetto Pompei, che sta procedendo nei tempi stabiliti e interesserà la messa in sicurezza e il restauro di tutte le strutture, incluse quelle interessate dai recenti cedimenti”. “Con la riapertura della Casa del Criptoportico abbiamo avuto un primo risultato concreto e altri seguiranno nelle prossime settimane”, conclude.

Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini – che dopo i crolli di sabato e domenica ha convocato d’urgenza per martedì mattina una riunione operativa – ha twittato: “Nella notte Sorrentino vince l’Oscar e crolla un altro muro a Pompei. È una lezione: credere nella nostra bellezza e tutelarla con orgoglio”.

Ma il maltempo non ha causato crolli solo a Pompei. A Volterra, in provincia di Pisa, dove a essere minacciate sono le mura dell’Acropoli etrusca, dove uno dei bastioni sono squarciati da una crepa dovuta al dissesto idrogeologico. A febbraio un nubifragio fece crollare le mura medioevali della cittadina toscana.

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