La “perfetta sintonia” tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sulla riforma elettorale c’è, ma il leader di Forza Italia alza i toni per riappropriarsi della paternità della riforma: “Dopo venti anni di insulti forse abbiamo trovato l’interlocutore nel nuovo leader del partito principale che si oppone a noi. Con lui abbiamo avviato un processo di riforme che non sono le riforme di Renzi ma le nostre stesse riforme fin dalla nostra discesa in campo”. Berlusconi, intervenuto telefonicamente a un incontro del partito a Napoli, ha aggiunto: “Ora speriamo di poter andare avanti sulle riforme e faremo di tutto per non rimanere delusi anche questa volta. Troppe volte la generosità del centro destra è stata ripagata con l’odio politico e l’invidia degli avversari. Alcune delle riforme sono quelle che approvammo già in Parlamento e che la sinistra cancellò con un referendum sciagurato. Altrimenti, l’Italia sarebbe un Paese moderno già da anni”.

Il leader di Forza Italia, per il secondo giorno consecutivo, tenta di dettare l’agenda attraverso comunicazioni telefoniche al partito. Lo aveva fatto già ieri, durante l’assemblea provinciale a Potenza, per attaccare la magistratura. E proprio sull’attività delle toghe, è tornato oggi: “In questi ultimi mesi pur di eliminare Silvio Berlusconi il Pd ha costruito con il suo braccio giudiziario, Magistratura democratica, un percorso record per costruire una sentenza infondata, ignobile, scandalosa, senza riguardo per la verità e il diritto alla difesa”.

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