Dall’utero in affitto alla poligamia. La Chiesa di Papa Francesco si interroga su problematiche inedite fino a pochi anni fa: dalla diffusione delle coppie di fatto, che non accedono al matrimonio e a volte ne escludono l’idea, alle unioni fra persone dello stesso sesso, cui non di rado è consentita l’adozione di figli. Sono le domande contenute nel documento preparatorio del sinodo dei vescovi straordinario del 2014 sulla famiglia voluto da Bergoglio. Problematiche, quelle inerenti la famiglia, che come ha spiegato il segretario generale del sinodo, monsignor Lorenzo Baldisseri, “esigono una rapida definizione”.

Fra le numerose nuove situazioni che “richiedono l’attenzione e l’impegno pastorale della Chiesa”, si legge nel testo vaticano, ci sono i matrimoni misti o interreligiosi; la famiglia monoparentale; la poligamia; i matrimoni combinati con la conseguente problematica della dote, a volte intesa come “prezzo di acquisto della donna”; il sistema delle caste; la cultura del non-impegno e della presupposta instabilità del vincolo; le forme di femminismo ostile alla Chiesa; i fenomeni migratori e la riformulazione dell’idea stessa di famiglia; il pluralismo relativista nella concezione del matrimonio; l’influenza dei media sulla cultura popolare nella comprensione delle nozze e della vita familiare; le tendenze di pensiero sottese a proposte legislative che svalutano la permanenza e la fedeltà del patto matrimoniale; il diffondersi del fenomeno delle “madri surrogate (utero in affitto)”; le nuove interpretazioni dei diritti umani.

“Da tutto questo – si legge nel documento vaticano – si comprende quanto urgente sia che l’attenzione dell’episcopato mondiale ‘cum et sub Petro‘ si rivolga a queste sfide. Se ad esempio si pensa al solo fatto che nell’attuale contesto molti ragazzi e giovani, nati da matrimoni irregolari, potranno non vedere mai i loro genitori accostarsi ai sacramenti, si comprende quanto urgenti siano le sfide poste all’evangelizzazione dalla situazione attuale, peraltro diffusa in ogni parte del ‘villaggio globale'”.

Sulle domande del documento preparatorio spazio particolare viene dedicato alle unioni di fatto senza riconoscimento né religioso né civile. “Oggi – spiega il cardinale di Budapest Péter Erdő, relatore generale del sinodo del 2014 – risulta statisticamente ancor più vasto il fenomeno delle coppie che vivono insieme senza matrimonio religioso o civile e che rappresentano in certi Paesi la maggioranza delle coppie conviventi e la stragrande maggioranza delle giovani coppie”. E sui divorziati risposati il porporato ungherese sottolinea che “alcuni di essi si sentono emarginati nella Chiesa. La questione – prosegue il cardinale – non sembra riferirsi specialmente all’accesso al sacramento della penitenza e della comunione, ma può segnalare altri campi della vita ecclesiale, quali possono essere per esempio i rapporti di lavoro negli istituti di pubblico servizio gestiti dalla Chiesa”.

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