In Siria i bambini credono che la guerra faccia parte della vita normale. Il modo migliore per spiegargli che si tratta di uno stato delle cose temporaneo e che non sarà sempre così sono i disegni. Come quelli di Nadine Kaadan, 28 anni, nata a Parigi da genitori siriani e cresciuta a Damasco, che illustra ai più piccoli il conflitto in corso da ormai due anni nella sua terra.

Per farlo non disegna armi, carri armati o scontri. “Li aiuto a rendersi conto della tragedia che vivono attraverso scene che possano descrivere il loro stato d’animo con colori cupi e scuri, così sono più sincera – spiega Kaadan – A loro manca tutto: cibo, corrente elettrica, giochi, svago e a scuola ormai non ci vanno da un anno”.

Alla fine della storia la mamma, dopo aver raccontato al figlio cos’è la guerra, gli insegna a disegnare una città fatta di case senza buchi nei muri, alberi, palazzi, parchi e i disegni vengono appesi sulla parete di una stanza perché la mente del bambino evada in una dimensione lontana dal terrore.

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