E passiamo, però, ahi, ahi, all’antropologia.
Che ci dice, gli studiosi concordano, di una bizzarra passione dei democrat per banche & banchieri. Superfluo ricordare la frase dello stesso Fassino – in una registrazione finita illegalmente nella mani del solito Silvio – su Unipol, quell’ “Abbiamo una banca” che contribuì non poco a una delle tante clamorose rimonte elettorali della destra. E a ben vedere è sempre il Pd (e antenati) a fare il bello e il cattivo tempo in una città-banca come Siena (o in una banca-città come MPS, fate voi), con quali brillanti risultati si è visto. E, sempre per rimanere alle cronache recenti, si segnala il divertente testacoda dei deputati renziani che se la prendono col Monopoli colpevole di celebrare la finanza di rapina, quando il loro leader dai finanzieri ci andava a cena col cappello in mano. E vabbè. Il dato è conclamato, insomma: il Pd è affascinato dalle banche, e non è mica colpa sua se Bertolt Brecht è morto e invece Giovanni Bazoli è vivo e vegeto e veste alla marinara.
Restano da capire i motivi di tanta fascinazione. Perché la faccenda, affonda in anni e anni di svolte, riallineamenti, aggiustamenti di prospettiva e di rotta. Dalla manifesta e orgogliosa diversità del Pci berlingueriano, si è passati anno dopo anno all’uguaglianza. Non l’égalité della bandiera francese (magari!), piuttosto il conformismo delle élite, o se preferite lo strusciarsi perpetuo a quella che Scalfari e Turani, illo tempore, chiamarono “razza padrona”. Dopo anni passati a dire “siamo diversi”, il refrain cambiò radicalmente, fino a proclamare – chissà, forse per non spaventare – “siamo uguali”. E le élite, si sa, preferiscono frequentare banchieri che commesse dell’Oviesse, come già del resto preferivano giocare a carte con Marchionne che con il signor Gino del terzo turno alla linea di Mirafiori.
Niente di male, ci mancherebbe. Però, visto che si parla di un importante esponente politico e di personaggi pubblici, resta il messaggio, nemmeno tanto subliminale, al popolo progressista e democratico che chiederebbe novità e rinnovamento. Ecco: sulla barca superfiga col banchiere, la novità e il rinnovamento non ci stanno, e se ci stanno, al massimo lucidano il ponte e servono gli aperitivi.
Il Fatto Quotidiano, 25 Agosto 2013
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez