“La nostra tragedia va ricordata oltre che per le sue vittime, per il dramma incommensurabile dei sopravvissuti, costretti per due generazioni a sopportare indicibili sofferenze, mutilazioni, menomazioni, discriminazioni. Oggi agli oltre 200mila sopravvissuti della bomba si stanno aggiungendo, e temo aumentino sempre di più, le vittime del disastro nucleare di Fukushima. Ecco perché il mio appello non può non essere che forte e chiaro. Fuori dal nucleare. Adesso. Subito. E per sempre”. Le parole del sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, che fino all’ultimo non ha reso noto il suo discorso, hanno scosso gli oltre 50mila presenti alla commemorazione del bombardamento avvenuto 68 anni fa. 

Per la prima volta il sindaco di questa città simbolo dell’olocausto nucleare ha legato i devastanti effetti del bombardamento a quelli del cosiddetto “uso pacifico” dell’energia nucleare, accusando l’attuale governo – rappresentato da un impassibile Shinzo Abe, il premier favorevole alla riattivazione delle centrali – di compiere una scelta irresponsabile ed inaccettabile nel riattivare le centrali e nel firmare accordi di cooperazione nel settore con altri Paesi”. “Quanti rischi, quante tragedie dobbiamo ancora sopportare prima di capire il ‘male assoluto’ rappresentato da questa forma di energia?”, si è chiesto, davanti ad una delegazione di evacuati di Fukushima presenti per la prima volta alla cerimonia di commemorazione (ma ai quali è stato impedito di esporre striscioni e cartelli) il sindaco di Hiroshima – il nostro Paese ha il diritto di abbandonare immediatamente e per sempre questo settore ed il dovere di dedicare ogni sforzo alla ricerca e allo sviluppo di energie alternative, pulite, efficaci e sicure”.

L’accorato appello del sindaco di Hiroshima giunge proprio mentre sia il governo che i dirigenti della Tepco, la società semipubblica che gestisce la centrale di Fukushima ammettono il sussistere di uno stato di emergenza ancora grave e di non sapere come fare a fermare la progressiva contaminazione delle coste e dell’acqua marina. Dure accuse alla Tepco sono giunte, in questi ultimi giorni, da parte della nuova agenzia di controllo per la sicurezza nucleare giapponese, la Nra. “Il senso di gravità della situazione sembra essere molto ridotto nei dirigenti della Tepco – ha dichiarato il presidente della commissione Shinji Kino – non possiamo assolutamente fidarci delle loro dichiarazioni. C’ è ancora un’emergenza in corso, nel nostro Paese. Una grave emergenza”.

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