Un decreto per far uscire 3-4mila detenuti. Sarà approvato, a detta del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, sabato prossimo al consiglio dei Ministri. Un provvedimento, ha detto la Guardasigilli, “per alleggerire la pressione sulle carceri, con modifiche sia in entrata che in uscita: è un provvedimento tampone, urgente”. Per il piano carcere, invece, ha spiegato Cancellieri, “ci vorrà un po’ di tempo. Noi dobbiamo dare una risposta all’Europa per il maggio prossimo ed io conto di varare il piano per l’autunno”.
Il governo ha anche presentato un emendamento alla legge delega sulla messa alla prova e sulle pene detentive non carcerarie che prevede la detenzione domiciliare per i reati puniti con la reclusione fino a 6 anni. Il testo all’esame prevedeva l’applicazione dei domiciliari per delitti punibili fino a un massimo di 4 anni.
Erano giorni che al ministero della Giustizia si lavorava per mettere a punto un decreto sull’emergenza carceri :la bozza del provvedimento prevedeva anche la liberazione anticipata per i detenuti in custodia cautelare con pena residua non oltre i 3 anni; allargamento delle ipotesi di lavoro di pubblica utilità per i detenuti tossicodipendenti. Tra le possibili misure c’era anche quella che prevede che il pm – quando la pena residua, computando le detrazioni per buona condotta, non superi i 3 anni, o i 6 per i reati commessi da tossicodipendenti – “trasmette gli atti al magistrato di sorveglianza” perché provveda “senza ritardo con ordinanza” alla riduzione della pena. Inoltre, potrebbe scattare la possibilità di sospendere l’esecuzione nei casi di detenzione domiciliare in cui la pena non superi i 4 anni.
Nei 206 penitenziari italiani ci sono circa 66mila detenuti contro una capienza regolamentare di 47.000 e in molti casi gli spazi sono sotto la soglia minima. Un’emergenza che ha bisogno di misure urgenti per riportare la situazione dentro gli standard internazionali entro maggio 2014, quando scade il termine per adeguarsi imposto dalla Corte di Strasburgo che a gennaio ha condannato l’Italia.