Per la serie continuiamo a farci del male, un bel colpo arriva dalla nuova campagna pubblicitaria della Fiorucci Salumi, incentrata tutta sul magna magna italiano. “Dietro alla piaga della corruzione in Italia c’è da sempre il traffico di salumi” è lo slogan. Nel goffo tentativo di intercettare i sentimenti anticasta e anticorruzione, i creativi (chiamiamoli così) della premiata norcineria hanno pensato a un’agghiacciante parodia dove le tangenti si pagano a suon di mortadelle e le mazzette sono invece fette di salame.

Potere e salumi, l’hanno intitolata, questa demenziale e offensiva campagna. Una serie di immagini e video che lasciano allibiti. Il clip è un finto servizio su politici e traffici all’insegna del salume, di un fantomatico scandalo calcio-prosciutti, una surreale protesta di piazza con striscioni inneggianti al prosciutto “più cotto, più crudo” e cartelli “Affamata di spianata” e “più fette”.  L’indignazione generale culmina con il sequestro di 852 tonnellate di salumi e la dichiarazione del magistrato: “E’ un dovere della giustizia assicurare una democratica redistribuzione di questa prelibatezza. Il sapore di Fiorucci è un diritto di tutti”.

Se è possibile i manifesti sono ancora più agghiaccianti. Mortadelle e salsicce davanti all’emiciclo di Montecitorio e lo slogan: “Chiusi i seggi, restano aperti ancora tanti quesiti della vita pubblica italiana. Come quello della corruzione. Quali saranno le priorità della nuova formazione di governo? E soprattutto, il vero leader di questo Paese, il Magna Magna, sarà ancora ascoltato o verrà finalmente licenziato? E’ presto per dirlo. Noi continuiamo a indagare”. 

Non più denaro ma prosciutti nei caveau offshore. “I media si sanno scandalizzare solo quando si vengono a sapere cose che tutti già sanno: chi può porta i soldi all’estero. Bene, oggi le cose stanno diversamente. I media non ne parlano, ma noi abbiamo le nostre fonti. Non troverete più soldi, bonifici o bustarelle come prova di tangenti. Il trend degli ultimi anni è pagare in salumi su “conti” offshore, veri e propri freezer situati ai Caraibi. L’ironia è che per pagare la bolletta di un grande frigorifero alle Cayman serve il contante: potevano almeno situarsi in un paese dal clima adeguato”.

Campagna becera e insulsa che fallisce qualunque fosse l’obiettivo: non è ironica e non è una denuncia. Casomai è lo specchio di un Paese in dissoluzione, dove non si capisce neppure più su cosa è consentito fare ironia. Neanche queste erano capolavori di creatività (pubblicità del 2010 e del 1984), ma oggi viene da rimpiangerle e dire che il declino di un paese passa anche per le fette di mortadella. 

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