“E’ evidente che Ilaria Cucchi sta sfruttando la tragedia del fratello”. Queste le parole del senatore Carlo Giovanardi, candidato Pdl in Emilia Romagna, a Radio 24, tornando a parlare del giovane morto in carcere il 22 ottobre 2009: “Tutte le perizie arrivano alla conclusione che non c’è nessuna relazione tra la morte di Cucchi ed eventuali percosse subite. Cucchi era stato ricoverato in ospedale precedentemente 17 volte per percosse, lesioni e fratture subite dai suoi amici spacciatori”. Non risparmia critiche e attacchi il senatore Pdl, nuovamente candidato dopo vent’anni di politica parlamentare. Se già qualche giorno fa aveva fatto parlare di sé nel giorno della memoria dicendo “Per i gay non si può parlare di olocausto”, l’obiettivo questa volta è Ilaria Cucchi, capolista alla camera nel Lazio per Rivoluzione Civile. 

“Tre poveri agenti di custodia, – continua Giovanardi, – sono massacrati da quattro anni perché dappertutto è stato detto che lui è stato massacrato di botte e il processo invece sta dimostrando il rovescio, cioè che è morto perché era debole, aveva una serie di patologie. Ha fatto lo sciopero della fame e i medici invece di curarlo l’hanno lasciato morire prendendo per buona la volontà di una persona che non sapeva gestirsi”. Gli agenti sotto processo sono per Giovanardi “tre poveri cristi che lavorano per 1200 euro al mese e subiscono un processo su un’accusa costruita sul nulla”.

“Come succede sempre in Italia su fatti come questi”, precisa il senatore ex Dc, “si costruisce una carriera politica e la sorella è diventata capolista di un partito. Era evidente che sarebbe finita così. Suo fratello è una vittima, era una persona malata, ha tentato più volte di recuperarsi, ha avuto una vita difficile da tossico e spacciatore. Ma da questo alla Provincia di Roma che gli voleva intitolare le scuole come se fosse un esempio ai giovani, non ci sto. E’ come con Carlo Giuliani: certo Giuliani è una vittima, poveretto. Ma si possono intitolare a lui le sale del Parlamento? Io dico no, perché quando è morto stava per ammazzare tre carabinieri”.

Parole dure che in breve tempo hanno fatto il giro di rete e giornali, destando molte reazioni. La prima a parlare è stata la candidata del Pd di Modena Giuditta Pini, 28 anni e rivelazione emiliana delle primarie parlamentari, che su Facebook ha commentato: “Mi vergogno di abitare nella stessa città di Giovanardi”. La stessa Pini, originaria di Modena, il 21 febbraio 2012 aveva organizzato un flash mob di baci collettivi tra persone dello stesso sesso sotto casa del senatore per criticare le sue affermazioni omofobe.

Se le dichiarazioni di Giovanardi non sorprendono più molti, a non essere nuovo è anche l’attacco alla famiglia Cucchi. Era il 2011 su Rai 1, quando il politico aveva ribadito le diciassette volte che Cucchi era stato ricoverato in ospedale prima dell’episodio del carcere. In diretta televisiva, la sorella del ragazzo aveva risposto: “Lei Giovanardi, come sempre parla di cose che non conosce. Perché continua ad interessarsi della morte di mio fratello, facendo piangere mia madre ogni volta che lei interviene?” Cucchi era un drogato, è il punto sul quale il politico continua a ritornare ogni volta. Il senatore ex Udc, è noto alla cronaca anche per la legge del 2006 Fini-Giovanardi, con la quale le droghe leggere sono state equiparate alle droghe pesanti e sono state introdotte sanzioni per i consumatori.

Il clima da campagna elettorale sembra poter giustificare tutto per il senatore che non si sottrae ad affermazioni pesanti. A scandalizzare l’opinione pubblica era stata il 26 gennaio scorso la sua dichiarazione in occasione del giorno della memoria, quando aveva commentato: “La parola Olocausto non può essere usata per i gay. Per un semplice motivo: la parola Olocausto può essere usata solo ed esclusivamente per quel progetto criminale di cancellare dalla faccia della terra milioni e milioni di persone, sulla base soltanto del fatto che fossero ebrei”. Le dichiarazioni provengono dal programma di Klaus Davi in onda su YouTube sul tema delle persecuzioni razziali dal titolo “KlausCondicio”. Ma le affermazioni sugli omosessuali si sprecano, dalle parole dell’estate 2012 quando al programma di Radio 24 “La Zanzara aveva proposto stanze separate per i militari omosessuali, fino ai commenti a caldo sulle coppie di fatto rappresentate in uno spot Ikea. Un punto sul quale Giovanardi non risparmia i commenti nelle situazioni più delicate, fino a lanciare giudizi anche in merito alla vicenda di Lucio Dalla e l’eredità al compagno Marco Alemanno: “Se non gli ha lasciato i soldi si vede non voleva farlo”. Una lunga serie di provocazioni firmate Carlo Giovanardi che sembra non finire mai.

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