Centinaia di fogli bianchi, ognuno con una breve frase per rilanciare l’idea di una scuola pubblica e pulita. E’ la risposta degli studenti del Giulio Cesare, uno dei licei storici del centro di Roma, a due giorni di distanza dal blitz dei militanti del Blocco Studentesco. Ragazzi e docenti hanno raccontato l’irruzione del gruppo di estrema destra che ha causato l’interruzione delle lezioni. “Abbiamo sentito delle urla e poi hanno aperto la porta della classe”, ricorda uno degli studenti. “Poi – continua – hanno gettato un fumogeno nell’aula e lanciato i loro volantini in faccia alla nostra insegnante“. Per i docenti si tratta di un gesto inaccettabile. “Alcuni colleghi – spiega uno dei professori – avevano in classe studenti di quattordici anni, poco più che bambini. Ma non credo ci sia una vera emergenza. Sono pochi violenti che cercano di rendersi visibili”. Casa Pound ha organizzato una conferenza stampa per raccontare il suo punto di vista, mostrando un video girato con il cellulare per smentire che durante il blitz qualcuno inneggiasse al Duce. “Nessuna violenza e nessun coro, assicura il responsabile di Blocco Studentesco Rolando Mancini. Si tratta di un’azione futurista, in stile fiumano“. Mentre il vicepresidente dei “fascisti del terzo millennio”, Roberto Di Stefano, ha spiegato che “il clamore nei confronti della nostra protesta nasce dal fatto che si trattava di un liceo del centro. La risposta degli studenti del Giulio Cesare – prosegue – dimostra che loro sono la gioventù buonista: sono pronti per un reality show”. Intanto sale a tredici il numero dei denunciati dopo i blitz di lunedì e martedì compiuti dalle organizzazioni studentesche di estrema destra  di Tommaso Rodano

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